8 Maggio 2019

Postamat «chiusi» contro il rischio di assalti notturni

l’ ipotesi di sportelli senza soldi al pomeriggio. uil e codacons: così si penalizzano i cittadini
VENEZIA Stop al prelievo di contanti dai Postamat dopo l’ orario di chiusura dell’ ufficio postale. Ci starebbe pensando Poste Italiane, pronta a valutare la possibilità di togliere il denaro dagli sportelli automatici finiti in passato nel mirino dei ladri e più esposti al rischio di subire nuovi attacchi. L’ intervento riguarderebbe diversi sportelli sparsi sul territorio della provincia di Venezia, a partire da San Stino, ma la decisione dell’ azienda potrebbe toccare anche casse automatiche installate negli uffici più perifici delle province di Padova, Vicenza e Rovigo. L’ intenzione sarebbe quella di modificare i servizi erogati dagli sportelli dopo l’ orario di chiusura dell’ uficio postale, impedendo solo le operazioni con scambio di denaro. Tutti gli altri servizi, invece, resterebbero invariati. L’ intenzione di Poste Italiane, però, non convince del tutto sindacati e associazioni di consumatori. «Dal punto di vista della sicurezza garantita ai lavoratori stiamo parlando di un intervento positivo, tuttavia temo per le possibili conseguenze che una decisione come questa potrebbe avere a lungo termine – commenta il segretario generale UilPost regionale Gianluca Fraioli – vuotando i Postamat si impediscono determinati furti – riprende – ma il problema riguarda la tenuta del servizio offerto ai clienti, che potrebbero decidere di andarsene finendo così per causare delle ripercussioni sul bilancio aziendale». Perplessità viene espressa anche da Franco Conte, presidente regionale Codacons: «La ritengo una soluzione accettabile solo se assunta temporaneamente per mettere in sicurezza gli sportelli automatici, altrimenti si tenta di risolvere un problema facendo solo finta che non ci sia e a farne le spese sono cittadini e consumatori» spiega l’ avvocato. «Poste Italiane non può affrontare il problema come farebbe qualunque altra azienda, per di più in maniera sbrigativa – conclude Conte – Si tratta di una società le cui quote sono detenute in buona quantità dallo Stato e che quindi quel privilegio di offrire il servizio postale lo deve restituire ai cittadini». (a.t.r. )

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