PopBari, il Codacons agli azionisti «Ecco le strade per il risarcimento»
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fonte:
- La Gazzetta del Mezzogiorno
BARI. Centinaia di azionisti della Banca popolare di Bari si sono ritrovati ieri in una sala di un albergo cittadino per una riunione con la Codacons: quasi due ore di dialogo serrato per predisporre strategie efficaci per tutelare i risparmi dei soci, tra timori, paure e recriminazioni. Molti hanno sottoscritto moduli per la costituzione di parte civile nell’ eventualità la magistratura accertasse responsabilità nelle inchieste in corso. L’ assemblea, alla quale hanno partecipato circa quattrocento persone, è stata presieduta da Bruno Barbieri, avvocato emiliano dell’ associazione dei consumatori, che si è presentato rivendicando i successi nella difesa dei diritti dei soci di Banca Etruria e degli istituti veneti travolti dalla crisi. L’ avvio della discussione è stato concitato, con i presenti impazienti di conoscere le opzioni sul tavolo. Barbieri ha fatto un elenco delle possibili irregolarità nelle relazioni tra soci e l’ istituto barese, evidenziando le strade della giustizia penale e civile percorribili. «Siamo in una fase di indagini preliminari», ha puntualizzato spiegando anche che si può ipotizzare che il primo grado penale e il binario parallelo civile si chiuda nel giro di tre anni. «Noi facciamo attività istruttoria con l’ iscri zione al Codacons per due euro»: la questione delle spese per i giudizi ha molto preoccupato i presenti intimoriti dalla notizia di un giudizio nel quale un socio ha perso il contenzioso con la banca, e di conseguenza è stato condannato a pagare anche le spese legali. «Gli azionisti devono agire per il risarcimento del danno, perché noi riteniamo che le azioni non aumenteranno di valore. L’ intervento del Governo servirà soltanto a salvare la banca, a evitare che fallisca, ma la posizione degli azionisti è critica: questa la posizione di Antonio Scalioti, presidente regionale Codacons Puglia. In sala ci sono imprenditori, pensionati, ex dirigenti pubblici, agenti di commercio, docenti, tutti uniti dalla ricerca di lumi sulle opportunità di tutela: «Potete sottoscrivere la raccomandata che ho preparato: in questo modo interrompiamo i termini prescrizionali, per vedere poi come recuperare i soldi persi». Dal pubblico c’ è chi invoca una class action, ma il consulente Codacons taglia corto, definendo la prospettiva poco realista e si sofferma sulle strade per un «risarcimento più rapido», evidenziando come le operazioni sottoscritte dovevano essere coerenti «con la profilatura del rischio». Sul tavolo ci sono le possibilità di ricorsi all’ arbitro per le controversie finanziarie o all’ arbitro bancario finanziario «senza bolli o spese legali». «Il rischio prescrizione? Non c’ è se arriva un riconoscimento favorevole in primo grado: poi ci si potrà rivalere sui condannati o sulla banca», aggiunge Barbieri. Nella confusione generale arriva anche un po’ di speranza per gli obbligazionisti: «i dividenti di dicembre sono stati regolarmente pagati», sentenzia un socio in sala. Un’ altra informazione è stata accolta con attenzione: in caso di vittoria in giudizio, il Codacons richiederebbe «il 10%» della risorse del risarcimento. Tra una domanda e l’ altra in tanti evocano il ruolo della politica, tra strali per i leader locali e auspici per leggi che indennizzino gli azionisti i cui titoli hanno avuto un pesantissimo calo di valore. L’ incontro è stato ri -aggiornato al mese prossimo («affittate uno stadio per riunirci tutti»), mentre si prospetta la richiesta del libro soci al fine di coinvolgere nelle azioni anche associati più anziani che non partecipano a questi raduni. Nelle prime file c’ è, tra i più attivi, Saverio D’ Addario, professore di matematica in un liceo, che annuncia l’ indisponibilità di un gruppo di soci a votare la trasformazione in spa. [michele de feudis]
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