Pop Bari, Jacobini contro i soci “Non è stato provato il danno”
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fonte:
- la Repubblica
di Chiara Spagnolo Marco e Gianluca Jacobini contro i 2.700 azionisti che hanno chiesto di costituirsi parte civile. poi l’ex Banca Popolare di Bari contro la nuova Banca Popolare di Bari. Nelle sole questioni preliminari si è avuto un assaggio della complessità del procedimento giudiziario che vede i due Jacobini (padre e figlio, ex presidente ed ex condirettore dell’istituto imputati per falso in bilancio e ostacolo alla vigilanza. Un processo che finora ha stentato a decollare causa dell’assenza di un’aula abbastanza grande per ospitare le circa 300 parti tra collegio, cancellieri, fonoregistratori, pm, difensori degli imputati e 277avvocati delle parti civili — ma che dal 16 marzo sarà celebrato nella sala 8 del centro congressi della Fiera del Levante, dove sarà possibile ospitare tutti nel rispetto delle norme anti- Regole che ieri hanno imposto la divisione dei 45 avvocati delegati in tre aule collegate in videoconferenza, grosse difficoltà di ascolto tra audio difettoso e mascherine. Problemi logistici a parte, l’udienza è stata dedicata alle eccezioni dei difensori sulle richieste di costituzione di parte civile: 2.700 azionisti (molti dei quali rappresentati da associazioni come Avvocati dei consumatori, Adiconsum, Codacons), Comune di Bari, Regione Puglia e la Banca Popolare di Bari nella sua nuova gestione. L’input di schierarsi contro gli Jacobini era partito all’epoca dei commissari, Antonio Blandini e Enrico Ajello, ma per i difensori degli imputati l’istituto di credito non può ritenersi danneggiato dalle condotte contestate agli ex vertici, perché per anni le avrebbe avallate e coperte. Proprio il cambio nel collegio difensivo ha segnato l’inizio del processo, con l’avvocato Roberto Sisto che ha preso il posto del padre Francesco Paolo (neosottosegretario alla Giustizia) insieme ai colleghi Giuseppe Iannaccone, Giorgio Perrone e Guido Carlo Alleva. Gli avvocati hanno chiesto un rinvio per esaminare la lista degli azionisti che chiedono di costituirsi parte civile e verificare che non si tratti delle stesse persone che hanno accettato le transizioni proposte da BpB per compensare i presunti danni causati dagli aumenti di capitale del 2014 e 2015. Sul punto, però, i pm Savina Toscani e Federico Perrone capano sono stati rigidi: se la difesa avesse chiesto gli elenchi degli azionisti risarciti, la Procura avrebbe ordinato alla banca di produrli, e — in tale prospettiva — la richiesta di rinvio è stata rigettata dal collegio presieduto dal giudice Marco Guida. Per quanto riguarda le posizioni delle parti civili, difensori hanno contestato che non sia provata la relazione tra i reati contestati a Marco e Gianluca Jacobini e i presunti danni lamentati. tale tesi, gli avvocati di parte civile risponderanno nella prossima udienza, certi che i rispettivi assistiti abbiano invece tutti i titoli per chiedere i danni alla banca, secondo alcuni morali, secondo altri patrimoniali. Ieri intanto un’importante pronuncia che si va a inserire nella complicata storia della Banca Popolare di Bari — è arrivata da Bruxelles, con la Corte di giustizia europea che ha respinto il ricorso della Commissione europea contro la sentenza del Tribunale relativa alle misure adottate dal Fitd (Fondo Interbancario di tutela dei depositi) per il salvataggio della Banca Tercas. I giudici hanno ritenuto che non si trattava di aiuti di Stato e quindi la Commissione avrebbe commesso un errore impedendo quel salvataggio in cui sarebbe entrata anche la Popolare. Per la mancata ricapitalizzazione delle banche regionali da parte del Fondo interbancario, senatori del M5S Daniele Pesco e Gianmauro Dell’Olio chiedono al Governo «di attivarsi prontamente, in sede europea, per quantificare i danni causati dalla decisione errata della Commissione»
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