Ponte crolla su auto dei carabinieri «Uno scricchiolio, poi tutto giù»
illesi in extremis nel cuneese. è l’ ennesimo cedimento di un viadotto
Viviana Ponchia FOSSANO (Cuneo) IL CEMENTO che si spacca non regala presagi chiari, all’ inizio scricchiola come ghiaccio e può quasi sembrare un effetto del vento. Il carabiniere Vincenzo Matera, 25 anni, e il maresciallo aiutante Giuseppe Marcigliano, di trenta più anziano, hanno parcheggiato in via Marene, sotto il cavalcavia della tangenziale di Fossano, per controlli di routine in zona. C’ è qualcosa che precede la paura. Una forza sconosciuta li spinge fuori dalla macchina prima che si verifichi l’ incredibile: la strada sospesa crolla, schiaccia l’ auto e loro sono salvi. «Abbiamo sentito degli scricchiolii, qualche secondo dopo è venuto giù il ponte – è il racconto dei due militari -. Siamo miracolati». L’ Anas decide di chiudere tutta la tangenziale, da località San Sebastiano a Boschetti, e istituisce una commissione interna per accertare cause e responsabilità. Il Ministero dei Trasporti (Delrio parla di «fatto gravissimo») organizza la trasferta di un pool di esperti. E il procuratore di Cuneo, Francesca Nanni, apre un’ inchiesta contro ignoti (per ora) affidata al sostituto Pier Attilio Stea, ipotizzando il reato di crollo colposo di costruzione. Si tratterà di capire «se è questione di progetti, esecuzione di lavori o materiali utilizzati». IN ATTESA di verifiche approfondite, Adriano Scarzella, vicepresidente dell’ Ordine degli ingegneri della provincia di Cuneo, azzarda un’ ipotesi studiando le immagini drammatiche: «Il viadotto sembra in parte prefabbricato, cioè composto all’ interno da cavi compressi. Ho l’ impressione che abbia ceduto un giunto, si vedono i cavi tranciati». Una possibile spiegazione? «La rottura può essere stata provocata da problemi di manutenzione. Per esempio, d’ inverno lo spargimento del sale crea infiltrazioni d’ acqua e grande corrosione dei trefoli, i cavi, che alla lunga possono essere danneggiati. Cedendo il giunto, si è verificato il cosiddetto ‘crollo a ginocchio’, cioè il cedimento del giunto dall’ altra parte. Questa è per me la spiegazione ingegneristica. Poi possono essercene altre fantasiose, magari legate al tipo di materiale utilizzato». Il sindaco di Fossano, Davide Sordella, è allibito ma sollevato dal fatto che non ci siano vittime né feriti. La tangenziale di Fossano avrebbe dovuto essere completata nel 1992. Per la sua costruzione furono stanziati 40 miliardi di lire. Il primo lotto, quello dove è avvenuto il crollo, è stato costruito tra la fine degli Anni Ottanta e l’ inizio dei Novanta. DOPO UNA SERIE di interruzioni dei lavori, l’ opera, con il secondo lotto verso Cuneo, è stata completata dal gruppo Itinera a metà Anni Novanta. Il governatore del Piemonte Sergio Chiamparino è furibondo: «Non è accettabile che costruzioni che hanno poco più di 25 anni possano esporre a questi rischi la popolazione, solo per un puro caso non siamo qui a contare i morti». L’ invito all’ Anas è di fare chiarezza e poi di controllare a tappeto la sicurezza di tutte le strutture della regione costruite con le stesse caratteristiche. Il presidente del Codacons Carlo Rienzi ricorda l’ analogo cedimento ad Ancona sulla A14 di poche settimane fa: «È indecente che in Italia ponti e viadotti crollino con tale frequenza, la procura proceda per attentato alla sicurezza dei trasporti». Già nel 2012 – ricorda il Codacons – era stato chiesto al Ministero di imporre agli enti proprietari di ponti e cavalcavia controlli straordinari: «Nessuno ci ha dato retta».
viviana ponchia
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