16 Febbraio 2017

Pomodorini dall’ Albania “made in Sicily”

Pomodorini dall’ Albania “made in Sicily”
denunciato un commerciante
di vittoriala segnalazione del ministero delle politiche agricole ha
messo in moto l’ attività ispettiva

Antonio Di Raimondo VITTORIA Si pensava fossero italiani, e invece erano albanesi. Non si tratta di uno scambio di persona o di soggetti sotto mentite spoglie, quanto più precisamente di pomodorini “taroccati”. È successo a Vittoria, dove la Guardia di finanza ha denunciato un commerciante che opera al mercato ortofrutticolo per frode in commercio di prodotti agroalimentari recanti false indicazioni di provenienza. I finanzieri hanno potuto verificare che un carico di pomodori di duecento quintali proveniente dall’ Albania, dopo essere entrato in Italia dal porto di Bari, tramite una società di Polignano a Mare, è stato dirottato su Vittoria e poi annesso ad un’ altra partita di pomodori “Made in Sicily”, creando così confezioni miste ma recanti però il marchio di denominazione di origine locale. L’ attività di indagine svolta dalle Fiamme gialle è nata da una segnalazione partita dalla sede di Catania del Ministero delle politiche agricole, scaturita da un controllo nel magazzino di lavorazione di una società a responsabilità limitata operante nel settore del commercio all’ ingrosso di frutta e ortaggi e riconducibile al commerciante denunciato, dove erano state riscontrate delle anomalie su provenienza e tracciabilità dei prodotti ortofrutticoli. Attraverso l’ incrocio di dati, assunzione di informazioni e analisi di documenti, è stata fatta luce sul sistema di frode che i finanzieri ritengono essere stato messo in atto dalla società vittoriese e concretizzatosi nell’ immissione in commercio di un prodotto albanese spacciato col marchio “Made in Sicily” all’ insaputa dei consumatori, disposti a spendere qualcosa in più pur di mangiare prodotti locali ma che nei fatti si ritrovano sulla tavola prodotti esteri. I controlli proseguiranno dunque a tutela del “Made in Sicily” e dei tanti commercianti onesti a loro volta danneggiati dalla frode. Sulla vicenda prende posizione il Codacons. «Episodi di questo tipo sono vere e proprie truffe a danno sia dei consumatori che dei coltivatori – afferma il segretario nazionale Francesco Tanasi – perché ai cittadini vengono venduti prodotti taroccati, privi delle caratteristiche promesse, consentendo a chi commette tali reati di incassare proventi illeciti, a danno degli agricoltori onesti».

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