4 Luglio 2007

Polizze Rc Auto è guerra di cifre

Polizze Rc Auto è guerra di cifre

I consumatori: “Nessuna riduzione dei prezzi“ Polizze Rc Auto è guerra di cifre Roma Come ogni anno, l`Assemblea dell`Ania (Associazione Nazionale Imprese Assicuratrici) svoltasi ieri a Roma, ha riproposto lo scontro tra assicuratori e consumatori e governo Secondo il presidente dell`Ania Fabio Cerchiai da 2-3 anni sarebbe in atto una graduale riduzione del prezzo medio delle polizze Rc auto. In valori reali nell`ultimo anno il valore delle polizze sarebbe sceso dello 0,8%. Cerchiai, inoltre, non si fascuproli a bacchettare il governo: “Il 2007 è stato un anno difficile dal punto di vista delle relazioni con il governo. Provvedimenti di grande rilievo per il settore sono stati assunti senza alcuna consultazione, senza quel dialogo che a noi sembra necessario. Ne siamo rimasti veramente sorpresi e amareggiati. Dialogo e il confronto sono diventati merce rara“. Immediata la reazione dei consumatori. Per il Codacons, i prezzi non sono scesi, anzi sono cresciuti del 135% negli ultimi dieci anni. Dello stesso avviso anche Adusbef, Adoc e Federconsumatori, secondo cui, a fronte di una riduzione degli incidenti stradali e dell`introduzione dell`indennizzo diretto, le sarebbero dovuto scendere del 15%, del 30-40% per i giovani. Al contrario le associazioni dei consumatori calcolano un aumento dell`8% delle tariffe, e profitti da capogiro per le imprese assicurative: +135% nell`ultimo anno. Per questo i consumatori chiedono che l`Antitrust effettui controlli più stringenti sull`applicazione delle nuove norme. L`Ania ha anche lanciato un campanello di allarme, denunciando una vasta presenza di truffe (3 ogni 100 incidenti), specie a Napoli, dove la percentuale dei “furbi“ raggiunge quota 16,8%. Secondo i dati dell`Ania, inoltre, nel Sud, il numero di incidenti è molto più alto rispetto al Nord: si va dal13,11% della Campania, al 7,25% della Puglia, fino al 3,82% dei più attenti automobilisti siciliani. “L`Italia è un Paese sottoassicurato – ha detto il presidente dell`Ania Cerchiai – e questo è un elemento di debolezza per il Paese e per il suo sistema del welfare, oltre che un peso per i conti pubblici“. A stretto giro la risposta di Bersani: “Se hai la fortuna di avere 40 milioni di persone che devono avere un rapporto con te e non riesci a convincerle ad estendere le prestazioni, ci sarà un problema anche all`interno del sistema“, ha osservato il ministro dello Sviluppo economico.

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