Polizia, sindacati contro il Piano «dividi -Catania»v
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fonte:
- Giornale di Sicilia
Alessandro Berretta: «Disagi per la mancanza della sala operativa unica».La risposta: «Che si chiami il 112 o il 113, non importa! Spetta a noi fare intervenire la pattuglia più vicina». …«L’ utente chiama 113 e 112, l’ operatore è costretto dalle disposizioni vigenti a rispondere: non siamo competenti per zona». Lo scrive Alessandro Berretta, segretario del sindacato di polizia Coisp, segnalando disservizi e disagi provocati dalla «mancanza di una sala operativa unica che impedisce di organizzare e coordinare un efficiente controllo del territorio». Ma la Questura replica: «La procedura prevede l’ esatto contrario, cioè che sia immediata smistata a chi di competenza la richiesta. Che si chiami il 112 o il 113, non importa. Queste sono le disposizioni. Se qualcuno ha fatto diversamente, le ha violate. Il cittadino può tranquillamente chiamare carabinieri o polizia, sapendo di essere tutelato. Spetta a noi fare intervenire la pattuglia più vicina, nei tempi più ridotti». Ieri, intanto, il sindaco Enzo Bianco ha incontrato a Roma il capo della polizia, Alessandro Pansa, che ha promesso l’ assegnazione di «alcune decine di uomini in più» alla Questura. L’ annuncio è arrivato nel giorno della riunione del Comitato per l’ ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto, che ha deciso un potenziamento dei servizi nei notturni del fine settimana a tutela della «movida» in centro storico. A Bianco, peraltro, s’ è rivolto ieri il leader del Codacons, Francesco Tanasi, «perchè Comune e associazione consumatori si costituiscano assieme parte civile contro chi crea danni all’ immagine della città» con gesti di teppismo. Non è, comunque, solo piazza Bellini e dintorni a chiedere maggiore sicurezza. Al Coisp si unisce pure il Siap nelle critiche al dro Berretta parla di «utenti in difficoltà» poiché «l’ operatore che risponde riferisce di non essere competente perché quel giorno la forza di polizia che riceve la telefonata non espleta servizio in quella zona, si perde quindi tempo ma non certo a causa dichi trasferisce la telefonata all’ altra forza». «Perchè ciò accade?-continua il segretario del Coisp – Larisposta è semplice. Esiste ormai da anni una distribuzione del controllo del territorio tra carabinieri e polizia, secondo cui la città è divisa in due blocchi, sud e nord, in cui si alterano giornalmente. Questo sistema appare assurdo, per vari motivi: il cittadino non è aggiornato su chi ha la competenza giornaliera del territorio, mentre l’ adozione ditale ripartizione del territorio presupponeva una sala operativa unica ma a oggi ciò non s’ è verificato». L’ esponente sindacale conclude: «Bisogna intervenire nell’ immediatezza, alfine di preservare l’ incolumità dei cittadini che chiedono aiuto». Il Siap, invece, solleva «quesiti sulla effettiva tutela di diritti irrinunciabili, quali sono le ferie o il beneficio dei pasti, senza contare chela situazione strutturale degli uffici è precaria e non gode certamente di protezione sociale o benessere al personale». In una lettera aperta a prefetto e questore firmata dal segretario Tommaso Vendemmia, il Siap sollecita «una seria riflessione sulla mole di servizi» evidenziando rischi provocati «dalla colpevole diminuzione degli organici e, contestualmente, dall’ aumento di servizi a tutela della sicurezza pubblica». Anche il Siap critica il Piano di controllo del territorio: «Cinque Volanti e tre Gazzelle non possono garantire gli stessi interventi ai richiedenti, c’ è lanecessità di intervenire a prescindere quale pattuglia arrivi sul luogo. È incomprensibile questo vincolo territoriale. Oltre a non garantire la tempestività degli interventi, infatti, mette a serio rischio gli equipaggi che, in caso di risse a piazza Bellini o altro luogo, opererebbero isolati». (*GEM*) “Piano dividi -Catania”. Alessan.
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