10 Giugno 2006

Policlinico Cascina, 32 rinviati a giudizio

SANITà E SCANDALI Il gup ha accolto le richieste della procura: una lunga serie di truffe nella somministrazione del servizio al Policlinico

Cascina, 32 rinviati a giudizio


Saranno processati. I 32 indagati, tra dirigenti della Cascina e imprenditori, coinvolti nello scandalo sulle mense, sono stati rinviati a giudizio. La decisione è arrivata ieri poco dopo le quattordici. Il gup Anna Polemio ha accolto le richieste dei sostituti procuratori Lorenzo Nicastro e Roberto Rossi. E ha disposto il processo. In un`aula al pianterreno del Palazzo di Giustizia di via Nazariantz, a partire da novembre, saranno discussi gli episodi contestati in una delle inchieste più note ed eclatanti della procura di Bari. Le indagini sono, infatti, quelle che riguardano la gestione del servizio di refezione in ospedali e scuole, gli imputati, invece, sono anche i dirigenti della Cascina, la società che per anni ha gestito in un regime di monopolio le mense a Bari e provincia. Le posizioni più gravi sono quelle di Salvatore Melonascina, di Emilio Fusco Roussier, di Camillo Aceto, di Gabriele Scotti e Ivan Perrone, i funzionari della Cascina arrestati nell`aprile del 2003. E poi ci sono, i fornitori della cooperativa, come Luigi ed Elio Partipilo, padre e figlio e Rosario Mastrangelo, (anche loro destinatari di un`ordinanza di custodia cautelare), coinvolti nello scandalo delle mense. Al centro dell`inchiesta un caso che ha suscitato clamore e indignazione, sollevato anche dalla pagine di Repubblica, e cioè la cattiva gestione, da parte della Cascina, del servizio di refezione nelle scuole materne ed elementari di Bari, al Policlinico, all`ospedale di Altamura e all`università. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri del Nas, la società romana avrebbe servito pasti scaduti o di pessima qualità ai bambini delle scuole baresi, agli studenti dell`ateneo e agli ammalati del più grande ospedale pugliese. E infatti una delle accuse contestate dai sostituti procuratori Nicastro e Rossi è quella di sommistrazione di sostanze alimentari nocive. Ma nell`inchiesta c`è anche un altro capitolo, quello della truffa aggravata. Gli uomini della guardia di finanza hanno verificato come la società romana sia riuscita a vincere le gare d`appalto, depositando autocertificazioni false, attestando solo sulla carta il pagamento di contributi previdenziali e assistenziali, di tasse e imposte. Per questo, ad alcuni degli imputati vengono contestati a vario titolo i reati di falsità ideologica e materiale, frode nelle pubbliche forniture e turbata libertà degli incanti. Tra i 32 indagati anche un funzionario pubblico. Il processo si aprirà il 14 novembre davanti al giudice monocratico Maria Mitola. Come parte civile si sono costituite l`Ausl Bari 4, la Ausl Bari 5, il Comune di Bari, il Policlinico e le associazioni di consumatori Codacons, Adoc e Federconsumatori. Il rinvio a giudizio dei dirigenti della Cascina e degli imprenditori arriva a poco meno di un mese di distanza da quello disposto invece per Pompeo Traversi, direttore generale del Policlinico, per Savino Lastella, dirigente dell`Area gestione e patrimonio della struttura sanitaria, per Matteo Marini, responsabile finanziario della Cascina e Emilio Roussier Fusco e Salvatore Melonascina, rispettivamente responsabile commerciale e amministratore della sede di Bari della società (questi ultimi sotto processo per l`inchiesta madre). Il caso, in questo caso, è quello che riguarda la mancata realizzazione del centro cottura nella più grande azienda ospedaliera della Puglia. Nonostante fossero stati autorizzati mandati di pagamento alla Cascina per due milioni di euro, i lavori della struttura, secondo l`accusa, non sono mai partiti.

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