12 Gennaio 2006

Polemiche sulle frasi dell`on. Selva e del Codacons: “Paghino le spese allo Stato“

Polemiche sulle frasi dell`on. Selva e del Codacons: “Paghino le spese allo Stato“. Le Assicurazioni: “Vedremo“

Gli unici a non essersi ancora pronunciati – per ora – sono quelli delle assicurazioni. Ma gli altri non smettono. Chi viaggia in luoghi pericolosi e poi, per la sua salvezza, obbliga gli organi dello Stato italiano a impegnarsi per garantirgli la sicurezza almeno rimborsi le spese, visto che questi servizi sono pagati con le tasse di tutti, pensionati compresi. I padovani ex ostaggi (qualcuno di loro almeno) hanno già risposto stizziti: “Abbiamo già “pagato““. Nei giorni scorsi avevano tuonato quelli del Codacons: “Salvare gli italiani rapiti nello Yemen è costato probabilmente 600 mila euro. Li tirino fuori loro“, era stata l`accusa. E alcuni giorni prima l`onorevole di An Gustavo Selva aveva suggerito la necessità di un`obbligazione per quel tipo di turista. D`accordo con Selva anche molti leghisti e di recente anche l`Astoi, l`associazione dei tour operator italiani disposta a “discutere il problema dell`assicurazione“.Ma fintanto che le Assicurazioni tacciono non sarà possibile alcuna novità. Il portavoce dell`Ania, il sistema che unisce le assicurazioni del nostro Paese, non si sbilancia: “Esistono già – dice Roberto Castelli Dezza – sistemi di assicurazione che vengono offerti soprattutto al cosiddetto viaggiatore “fai da te“. Garantiscono un medico a disposizione per consulto telefonico, il rientro sanitario per infortunio o malattia, l`anticipo delle spese di prima necessità, l`invio dei medicinali urgenti all`estero“. Fino al trasporto della salma in patria. Ma di sequestro, di attacco di guerriglieri, di manifestazioni di piazza e quant`altro le assicurazioni, per ora almeno, non ne vogliono parlare.“Eppure – suggerisce l`onorevole Selva, 80 missioni di lavoro all`estero – occorrerà una legge. Non adesso, nella prossima legislatura. É quello che ipotizza anche Franco Frattini da Commissario europeo alla giustizia e agli interni“. Ma lo stesso Frattini non nasconde perplessità sulla fattibilità di una polizza del genere.“Ma io – insiste Selva – la ritengo facilmente eseguibile. Le assicurazioni non vogliono farla? Un turista che si rechi in Paesi a rischio dovrà dichiarere, sottoscrivendolo, che paga lui le spese dello Stato. E pagherà in proporzione al reddito. Questo solo per i turisti, non per chi va in Paesi stranieri per lavoro“. Selva riduce anche notevolmente la cifra indicata (sulla base di voci ottenute da fonti giornalistiche) di 660 mila euro quale costo per lo Stato per salvare i tre padovani e i due milanesi trattenuti dall`1 al 6 gennaio. “Saranno stati spesi – indica il parlamentare – poco più di 30 mila euro“.Pieno appoggio all`idea di Selva anche dal generale Luigi Ramponi, parlamentare di An: “Ma questi ex rapiti non hanno nemmeno chiesto scusa per il disturbo che hanno creato, anzi hanno detto: torneremo senz`altro. Se qualcuno può pensare che le assicurazioni individuali potrebbero avere alti costi, si pensi ad un fondo assicurativo, una piccola cifra distribuita per tante persone per creare una somma disponibile in questi casi. Il problema è che esistono troppi “viaggiatori leggeri“, che si muovono nelle aree inquiete, facendo diventare le loro esperienze uno status symbol. Ricordo l`esempio di Israele di anni fa. Dopo alcuni attacchi terroristici avvisò i propri cittadini all`estero che in quei casi non avrebbero avuto alcun aiuto dallo Stato. Gli attentati fuori Israele diminuirono“. Basterà una linea dura? Gli assicuratori fanno presente che “c`è il divieto, in linea di massima in Italia, di assicurare contro il rapimento“.E anche se Selva concorda che “in ogni caso lo Stato provvede sempre ai suoi cittadini in difficoltà, è suo dovere etico e politico“ non è d`accordo sul fatto che questo “giustifichi atteggiamenti non attenti o rispettosi delle indicazioni che puntualmente offre il ministero degli Esteri sul sito www.viaggiaresicuri.mae.aci.it. Due terzi del lavoro dell`Unità di Crisi – conclude il parlamentare – è fatto per recuperare persone, (non tutti rapiti) che si trovano in difficoltà. Da quelli che vanno nel deserto e si perdono, a chi finisce nelle foreste o si butta in torrenti con canoe. Le persone sono libere di fare quello che credono; ma devono anche sapere che quando impegnano gli altri poi devono pagare…“.“Firmare una dichiarazione di responsabilità, stipulare una polizza d`assicurazione obbligatoria prima di partire per i paesi indicati a rischio dalla Farnesina e pagare quindi `di tasca propria` i costi di eventuali necessità di intervento da parte dello Stato italiano in caso di rapimenti o ricatti“ ripete anche Francesca Martini, capogruppo della Lega in commissione Affari sociali alla Camera.Mentre Alberto Corti, Direttore Generale dell`associazione Astoi, che riunisce i tour operator italiani conclude: É condivisibile la proposta di imputare ai turisti i costi relativi alla soluzione di criticità ed emergenze emerse all`estero, laddove le emergenze si verifichino però in contesti geografici già di fatto sconsigliati ai viaggiatori italiani dal Ministero Affari Esteri. Il rapimento nello Yemen è infatti avvenuto in un`area, quella del Governatorato di Marib, che era, ed è stata ritenuta dal nostro Ministero Affari Esteri – anche dopo l`accaduto – comunque visitabile, pur con l`adozione di alcune specifiche cautele“.

Previous Next
Close
Test Caption
Test Description goes like this