Polemiche su Gomorra e l’Oscar
ROMA. Dopo l’esclusione di Gomorra alla corsa all’Oscar come miglior film straniero c’è chi s’interroga, chi si lecca le ferite e chi salta sul carro dei detrattori. Ma, al di là della delusione, il film di Matteo Garrone (che da parte sua ha scelto di non parlare) non è fuori gara. Anzi, grazie alla sua "uscita tecnica" a metà dicembre 2008 in Usa, è ancora in corsa in tutte le categorie (un’impresa difficile riuscita però a La vita è bella di Roberto Benigni). Per il produttore Domenico Procacci «doveva essere una battaglia tra Gomorra e Valzer con Bashir», come ai Golden Globes (dove ha vinto quest’ultimo film). Inoltre Procacci pensa che non sia affatto vero che gli Usa non siano capaci di apprezzare questo film: «Quando l’abbiamo fatto vedere negli Usa al pubblico in sala, questo era entusiasta e anche la critica sui giornali l’ha osannato». Procacci fa infine notare come già molti siti in Usa, e non solo, parlino di scandalo per questa esclusione di Gomorra. E mentre Gaetano Blandini (Cinecittà Holding), annuncia l’istituzione di «un comitato tecnico» per promuovere meglio il cinema italiano all’estero, c’è chi, come Vittorio Cecchi Gori e il Codacons, saltano sul campo dei critici: «Gomorra non è un film, ma una cine-inchiesta e gli Oscar, invece, premiano i film».
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