22 Maggio 2007

Pochi controlli, dopo la morte di Vanessa nulla è cambiato

SIETE dei ladri? Volete introdurre una pistola in metro e con questa rapinare qualche passeggero? Abbiate solo la pazienza di aspettare che l?unica guardia giurata presente in stazione giri l?angolo, e il gioco è fatto. Siete addirittura dei kamikaze? Volete portare esplosivi su un treno e compiere una strage? Fatevi avanti, prego, non troverete ostacoli. O magari, semplicemente, volete entrare senza pagare il biglietto? Abbandonate ogni timore, e cercate di evitare solo le stazioni centrali della linea A all?ora di pranzo. L?unico caso in cui potreste incappare in dei controlli. Un giorno qualunque nella metropolitana romana. Dodici ore passate a viaggiare su e giù per le due linee sotterranee e a fermarsi in ogni stazione. Obiettivo: verificare se, a tre settimane dalla tragica morte di Vanessa Russo, qualcosa, nei sistemi di sicurezza, sia realmente cambiato. La risposta, purtroppo, è negativa. Il personale è scarso, e come se non bastasse i vigilantes spesso devono abbandonare le loro postazioni per coprire i buchi lasciati dai colleghi di Met.Ro., spesso latitanti. Vengono interpellati dai viaggiatori per le informazioni sui percorsi e soccorrono una vecchietta che, alla fermata Marconi, aspetta inutilmente da venti minuti l?arrivo dell?ascensore per disabili. E alla sicurezza, alla prevenzione del crimine, chi ci pensa? «Il paradosso ? sottolineano dall?ufficio legale del Codacons ? è che questa carenza di controlli si stia verificando proprio mentre, negli stadi e negli aeroporti, sono in atto severi giri di vite. E i consumatori, pur subendo disagi, danno volentieri il loro contributo per aumentare la sicurezza. È intollerabile che le metropolitane, soprattutto dopo gli ultimi fatti di cronaca, debbano costituire una falla nel sistema». Un allarme che spingerà i vertici Codacons a intervenire presso il Campidoglio per chiedere il potenziamento dell?organico dei vigilantes e controlli più accurati. «Io cerco di fare il mio meglio – si sfoga una guardia giurata alla fermata San Giovanni – ma non posso molto da solo, soprattutto in una stazione enorme come questa. L?amministrazione comunale dovrebbe tirare fuori qualche soldo in più per la sicurezza». Le cabine posizionate accanto alle sbarre d`ingresso ai binari sono ben attrezzate. In ognuna ci sono almeno quattro monitor accesi pronti a mostrare quello che accade in ogni angolo della metro. Peccato che in molte stazioni siano vuote. In alcuni casi per pochi minuti, altre volte anche per delle ore. E non succede solo in periferia, ma soprattutto al centro. Emblematica è la situazione della stazione Cavour. Sono le 12.55, pieno orario di punta, ed è completamente abbandonata. Non un addetto Met.Ro., non una guardia giurata. Un vigilantes fa la sua comparsa, dopo una decina di minuti, dal lato opposto dei binari rispetto al nostro. Pronto a intervenire in caso di pericolo. Ma drammaticamente impossibilitato, da solo, a prevenirlo, il pericolo. Eur Fermi, Eur Palasport, Marconi, Circo Massimo, Cavour e Policlinico per la linea B. Anagnina, Porta Furba, Colli Albani, San Giovanni, Barberini e Valle Aurelia per la linea A. In queste stazioni, al momento del nostro passaggio, le cabine con i monitor per il controllo sono vuote. È un giorno qualunque, domani potrebbero essere altre le fermate incriminate, ma la sostanza non cambia. I controlli all?ingresso della metropolitana sono inesistenti. Si entra sempre e comunque, con o senza biglietto, con zaini e borsoni che potrebbero contenere di tutto. Fa sorridere un adesivo attaccato vicino le barriere di ingresso: «Al varco esibire l?abbonamento». Verrebbe da chiedersi «a chi?», visto che nella maggior parte dei casi non c?è nessuno. A Termini, una turista straniera, rispettosa delle regole, cerca di mostrare agli addetti Met.Ro. il suo biglietto giornaliero. Ci mette almeno mezzo minuto per richiamare l?attenzione di questi, impegnati a parlottare tra di loro. Poi finalmente uno la vede e le dice: «Vada, signora, non si preoccupi». Arriva l?ora di punta, e in alcune stazioni centrali della linea A spuntano i controllori. Soprattutto Termini, Spagna e Flaminio. Ma dura poco. Alle cinque del pomeriggio siamo di nuovo lì e tutto è tornato come prima.

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