“Poche classi affollate, nessun’ aula pollaio”
Classi numerose in tanti casi ma senza arrivare alle «classi pollaio». A Verona non si riscontrano casi di sovraffollamento di studenti nelle aule scolastiche, a parte qualche caso in alcuni licei e quasi sempre nelle prime classi. La questione delle cosiddette «classi pollaio» è emersa nei giorni scorsi quando il Tar del Lazio ha accolto una class action avviata dal Codacons, sentenza che ha stabilito, entro 12 giorni, l’ obbligo per il ministero dell’ Istruzione di emettere il Piano generale di riqualificazione dell’ edilizia scolastica. Poche ore dopo, la risposta del ministero: il ricorso presentato al Tar del Lazio «è destituito di qualsiasi fondamento perchè le classi con un numero di alunni pari o superiore a 30 sono appena lo 0,4% del totale». Il dirigente scolastico provinciale Giovanni Pontara precisa che a Verona, tra città e provincia, «ci sono 1.389 classi prime nelle scuole secondarie di secondo grado con una media per classe di 23,5 allievi», aggiungendo che «in alcuni licei ci sono classi tra 30 o anche 32 allievi, relativamente ad alcuni indirizzi particolari oppure perchè le scuole si sono trovate a dover sistemare qualche bocciato in più. In ogni caso il numero di studenti per classe rispetta i limiti imposti dall’ attuale normativa. Infine, per quel che riguarda la scuola primaria e la secondaria di primo grado, non ci sono problemi». Al liceo classico «Maffei» le classi che superano i 30 studenti sono solo un paio, una con 33 e l’ altra con 32 allievi. «In realtà non è solo la questione numerica da prendere in questione», dice il dirigente scolastico Francesco Butturini, «ma l’ intera visione didattica della scuola. Sarebbe ora che entrassimo pienamente in Europa, con più ore di studio e una nuova organizzazione didattica. E non è certo un problema di numero di allievi per classe, visto che negli altri Stati europei ci sono classi anche da 35 o 40 persone. La questione è che ci sono spazi diversi, più laboratori e palestre e un sistema più articolato d’ insegnamento, a partire dall’ utilizzo ampio, ad esempio, di lavagne multimediali». Al liceo scientifico «Messedaglia», che conta 54 classi, ce n’ è solo una con 31 allievi, una classe sperimentale dove si insegnano due lingue straniere. «Per questo indirizzo avevamo avuto esattamente 31 richieste», spiega il dirigente scolastico Giancarlo Peretti, «e abbiamo deciso di accontentare le famiglie senza ricorrere al sorteggio». Al liceo pedagogico «Montanari», tutte le prime 12 classi contano una trentina di allievi mentre c’ è una terza da 31 e la prima classe nel neonato liceo musicale che ne conta 32. «Per quest’ ultimo c’ erano 39 richieste», precisa il dirigente scolastico Calogero Carità, «e non c’ era la possibilità di raddoppiare la prima classe perchè avremmo avuto due classi sotto il minimo stabilito dalla legge. Così si è fatta una selezione. Per tutte le altre classi, invece, abbiamo una media di 23 alunni». E aggiunge:« Alla fine degli anni ‘ 60 il Montanari aveva 18 prime e la media era tra i 36 e i 38 alunni. Per l’ epoca era normale nelle scuole. Erano altri tempi». Elena Cardinali.
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