27 Gennaio 2010

Pm 10 a quota 95, il valore limite è 50

LEGNANO – I NDAGATO dalla Procura di Milano in relazione all’ inquinamento dell’ aria con l’ accusa formale di "getto di cose pericolose in luogo pubblico": dopo il presidente della Regione Roberto Formigoni, il sindaco di Milano Letizia Moratti, Filippo Penati e Guido Podestà, ex e attuale presidente della Provincia, anche il sindaco di Legnano Lorenzo Vitali subisce l’ effetto dell’ esposto presentato alcuni mesi fa dal Codacons ed entra nel gruppo degli amministratori pubblici indagati. Un atto dovuto, perché la legge dice che dell’ inquinamento nella zona interessata rispondono i sindaci delle città che hanno una popolazione superiore a 50mila abitanti e Legnano rientra tra le città di questa dimensione. «Lo vengo a sapere solo ora – è la replica pacata di Vitali, consapevole che l’ iscrizione tra gli indagati appare più come una formalità -. In relazione alla vicenda che aveva riguardato in prima battuta Roberto Formigoni e Letizia Moratti va detto che proprio lunedì scorso, 18 gennaio, è stata fatta dagli inquirenti una richiesta di documentazione al nostro direttore generale proprio a proposito degli interventi messi in atto dal nostro comune per ridurre il livello di inquinamento. La documentazione, voluminosa, è stata preparata e consegnata regolarmente». NEI GIORNI SCORSI , infatti, il procuratore aggiunto, Nicola Cerrato, e il pubblico ministero Giulio Benedetti, hanno acquisito dagli enti interessati all’ inchiesta una notevole mole di relazioni a proposito dei piani di riduzione dello smog. Per quanto riguarda la realtà di Legnano a quali interventi si è fatto riferimento? «Sono tanti, a partire dal sistema di teleriscaldamento che ci vede da anni in prima fila nel tentativo di ridurre quella parte di inquinamento atmosferico dovuta agli impianti, per arrivare fino al sistema di piste ciclabili e ai progetti sui quali stiamo lavorando per ampliare ulteriormente i percorsi dedicati alle due ruote. Inoltre abbiamo fatto riferimento alle aree verdi ricavate nelle zone del centro cittadino, per arrivare fino alla nuova disciplina dei parcheggi. Prendo atto d’ essere indagato, nulla di più, e comprendo che si tratta di un atto dovuto». «Si può soltanto esprimere solidarietà al sindaco per un provvedimento che lascia perplessi – è il commento di Stefano Quaglia, consigliere del Partito democratico da sempre in prima linea quando il tema della discussione è l’ inquinamento atmosferico -. E’ evidente che non si può attribuire alcuna colpa per l’ inquinamento dell’ aria nella nostra zona né a lui né agli altri indagati, così come è evidente che non sono i blocchi della circolazione a poter portare miglioramenti alla situazione. Altra cosa è dire che va fatta una politica serie di lotta all’ inquinamento, partendo ad esempio dalla realizzazione di un sistema coerente di trasporto pubblico "pulito" su scala sovracomunale che coinvolga le vicine amministrazioni di Busto Arsizio e Gallarate".

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