Pioggia di esposti in Procura per le multiproprietà alle Canarie
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fonte:
- L`Unione Sarda
«Ci hanno raggirato, vogliamo giustizia»
Pioggia di esposti in Procura per le multiproprietà alle Canarie
Il caso.
Niente nomi: preferiscono così, gli uomini e le donne che stanno inondando di esposti la procura della Repubblica. Comprensibile. La vicenda è quella su cui, dopo l?esposto presentato da una coppia di Porto Torres, indaga già la guardia di finanza: decine di persone, convocate in albergo con la promessa di una vacanza gratis, si sono fatte convincere ad acquistare una multiproprietà alle Canarie. Indebitandosi per 20 milioni nei confronti della Albamed Srl, versando acconti, firmando cambiali, assegni, rate fino al 2006. E ritrovandosi, una volta riletto il contratto firmato in tutta fretta, con un pezzo di carta straccia in mano.
Piero Marrazzo, conduttore di ?Mi manda Raitre?, li ha invitati in trasmissione per raccontare al pubblico la loro disavventura, ma loro esitano: «Io e mio marito ci sentiamo umiliati – spiega una signora sui 35, lacrime agli occhi – per esserci fatti raggirare così. Abbiamo anche cercato di dire a quei signori che ci eravamo pentiti, ma ci hanno chiesto una penale di 6 milioni. I nostri genitori non sanno nulla: sono anziani, si sentirebbero male. Ai bambini ho chiesto di non parlarne a nessuno». E il marito: «Sapevo che il viaggio gratis che ci hanno promesso era una bufala. Con quei signori, ho discusso per tre ore e mezza, ma senza riuscire a capire dove stesse il trucco». Si sente in colpa anche la matura signorina che ha dovuto chiedere a un amico di spacciarsi per suo fidanzato e opporre un no a quei signori che, dopo il contratto, volevano a tutti i costi farle firmare il piano della finanziaria: «E dire che quando mi hanno convocato all?hotel Leonardo da Vinci mi sono detta che non avrei mai firmato nulla. Invece?». Invece, una volta arrivati in albergo, chiusi in una sala buia, affollata, piena di musica ad alto volume e aria viziata, pressati da abilissimi venditori di sogni, le difese si allentano: «Non capivo più niente», racconta un?altra signora, «quelli parlavano, parlavano e io volevo solo andarmene. Alla fine ho firmato. Mi hanno fatto fare l?applauso dagli altri clienti e mi hanno regalato una videocamera. La sfascerei per la rabbia».
Come loro, tanti provano le stesse sensazioni: un mix di rabbia e senso di colpa per aver speso soldi che spesso non potevano spendere e per aver firmato un contratto che non si ha nemmeno avuto il tempo di leggere. Hanno comunque trovato la forza di reagire: sono già una decina gli esposti presentati alla procura della Repubblica. Reato ipotizzato: appropriazione indebita. Un altro, collettivo, lo presenterà il Codacons, l?associazione di tutela dei consumatori che (in parallelo all?Adiconsum, attiva a Oristano) sta offrendo assistenza ai tanti sassaresi coinvolti.
Sono stati gli avvocati dell?associazione a spiegare ai malcapitati che, per venti milioni, hanno acquistato nientemeno che un certificato di associazione: dovrebbe essergli spedito a pagamento avvenuto, cioè fra cinque anni, dall?Isola di Man, noto paradiso fiscale; starà a loro rispedirlo, perché diventi nominativo, a un?altra società (sempre nell?Isola di Man) che glielo rispedirà indietro. Sempre che l?Albamed non fallisca prima, come accadde alla Arcadia Srl, che aveva sede (proprio come l?Albamed) a Padova e ha mandato in fumo i risparmi di centinaia di consumatori in tutta Italia.
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