Pil 2020 giù dell’8,9% L’Italia torna al 1997
- fonte:
- Il Tempo
Ritorno al passato per il Pro- interno lordo del 2020. Nell’anno del Covid la ricchezza prodotto è calata dell’ riportando le lancette dell’orologio al livello in volume registrato nel 1997. Indietro insomma di 23 anni. La pandemia ha colpito duro non solo dal punto di vista della salute ma anche nel portafoglio perché ha ridotto l’attività economica, consumi e il lavoro mentre ha fatto crescere il deficit e il debito ma anche la pressione fiscale. tanto per non farsi mancare nulla va male anche il fabbisogno dello Stato. Nei primi due mesi 2021 si è attestata a 14,1 miliardi, con un peggioramento di 15,5 miliardi rispetto al risultato registrato nel primo bimestre 2020. Sulla cifra a febbraio pesano le minori entrate fiscali e per 200 milioni i rimborsi per il cashback. Lo scorso anno il Pil prodotto dall’Italia è stato pari a 1.651 miliardi, con una caduta del 7,8 rispetto all’anno precedente, mentre in volume il crollo è stato dell’ Una cifra che cambia anche altri indicatoti importanti per la contabilità pubblica. Così in quest’ottica il rapporto deficit- si è attestato al 9,5 nel 2020, a fronte dell’ nel 2019. Il saldo primario – ovvero l’indebitamento netto meno la spesa per interessi – è sceso al 6,0 contro il +1,8 nel 2019. In forte crescita il peso del debito schizzato al 155,6 del Pil dal 134,6 registrato nel 2019. Non scende nemmeno la pressione fiscale che nel 2020 si attesta al 43,1 con i valori in aumento rispetto all’anno precedente. In crisi anche il mercato del lavoro con l’occupazione scesa del 10,3 con picchi tra i lavoratori autonomi dove il calo è stato del 12,8 a fronte del 9,3 registrato tra i dipendenti. La flessione ha interessato tutti i macrosettori: -2,3 nell’agricoltura -10,2 nell’industria in senso stretto, -8,7 nelle costruzioni e -11,0 nei servizi. redditi da lavoro dipendente e le retribuzioni lorde sono scesi rispettivamente del 6,9 e del 7,5 In tutto ciò si è verificato un vero e proprio crollo della spesa delle famiglie pari al 10,7 si tratta di circa 114 miliardi di consumi bruciati in un solo anno, osserva il Codacons, commentando i dati diffusi oggi dall’Istat Qualche segnale di speranza si rintraccia invece nei dati sugli indici Pmi manifatturieri che mettono in luce un diffuso miglioramento a febbraio per le attività di impresa. Dopo la robusta prestazione di gennaio, il settore migliora ulteriormente, con un tasso di crescita in forte accelerazione. L’indice che con una sola cifra fornisce un quadro degli sviluppi delle condizioni generali del settore, è aumentato a febbraio al livello maggiore in oltre tre anni posizionandosi a 56,9 punti, in salita da 55,1 di gennaio. Il motivo principale della ripresa è stata la crescita più veloce dei nuovi ordini e della produzione, aumentati per entrambi i parametri al livello più veloce da febbraio 2018.
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