Piene del Seveso, un commissario per i lavori
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fonte:
- Corriere della Sera
La denuncia Il Codacons deposita un esposto in Procura: «Accertare le responsabilità del disastro» Da pagina 1 Un treno ancora sommerso. Sepolto sotto una valanga di acqua, fango e detriti. La galleria e due stazioni completamente invase dalla melma. A tre giorni dall’ esondazione, si scopre che l’ azione più devastante della piena del Seveso di sabato scorso è avvenuta sotto terra: nelle fermate della metropolitana gialla Sondrio, Zara e Centrale. Il torrente di acqua e fango che scorreva lungo viale Zara si è infilato nel tunnel del nuovo metrò 5 e, scorrendo nella galleria appena scavata, ha infine incrociato il percorso della linea gialla e la sta mettendo in ginocchio. Stasera forse potrebbe essere riaperta la fermata Centrale. Per Sondrio e Zara ci vorranno ancora giorni. Quando protezione civile e vigili del fuoco avranno ripulito (il fango è risalito dai binari, poi su alle banchine, fino al piano superiore delle stazioni), bisognerà verificare la tenuta delle strutture meccaniche e degli impianti elettrici. Qualcuno, dall’ interno dell’ Atm, ipotizza però che il treno sommerso ormai da giorni possa aver riportato danni piuttosto gravi (un treno della linea tre costa almeno 6-7 milioni di euro). «La nostra pazienza ha esondato!», si legge sui volantini che tappezzano Niguarda. Il quartiere è stato sconvolto tre volte solo nell’ ultimo mese. All’ ultima ondata, sabato, viale Zara è franato e, prima di arrivare alle gallerie della linea 3, ha invaso il cantiere della 5: «Abbiamo un chilometro di galleria sott’ acqua – racconta l’ ad del consorzio di costruzione, Giuseppe Nardi -. Avevamo appena terminato di riparare ai danni delle esondazioni di agosto, e siamo daccapo. Ci vorrà almeno un mese per drenare il fango, ripulire il tunnel e riavviare i lavori». La soluzione all’ emergenza Seveso potrebbe arrivare dalla «nomina di un commissario straordinario» che tiri fuori Milano dal pantano e si occupi «degli interventi urgenti a difesa del suolo». La delibera con cui la Regione recepisce l’ accordo di programma col ministero dell’ Ambiente «per la mitigazione del rischio idrogeologico» è stata approvata dalla giunta il 15 settembre, tre giorni prima dell’ esondazione che ha messo in ginocchio Niguarda, spezzato le linee dei tram 5, 7 e 31 e provocato la paralisi sulle strade. Nel giorno in cui il Comune si dice «pronto a fare la sua parte sul Seveso» e chiama in causa le altre amministrazioni, il Pirellone non replica, evita tensioni. Il suo piano d’ azione, anche rispetto ai «nodi idraulici critici» di Milano, l’ ha descritto nella delibera che stanzia 147,37 milioni di euro e tira fuori subito 44,46 milioni di «fondi ministeriali vincolati già disponibili per la salvaguardia idraulica e la riqualificazione dei corsi d’ acqua dell’ area metropolitana milanese». L’ ipotesi commissario rientra nel pacchetto. Ieri è stato un lunedì di caos. L’ asse Fulvio Testi-Zara intasato dal traffico sarà riaperto solo oggi. Gli autobus sostitutivi hanno cercato di tamponare il blocco del metrò e coprire le linee tranviarie interrotte: oggi saranno di nuovo sulle strade. Il Codacons annuncia «un esposto alla Procura in cui si chiede di accertare se in questo disastro sussistono profili penalmente rilevanti» e Assoutenti denuncia «l’ incapacità di Atm a predisporre un servizio sostitutivo appena decente». Un fiume di polemiche.
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