«Picchiò gli alunni» Caso choc a Corleone, maestra arrestata e sospesa per un anno
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fonte:
- Giornale di Sicilia
Schiaffi a ripetizione, per un nonnulla. Voce sempre alta e minacciosa ad ogni loro movimento. Un alunno tocca lo stereo: «Se lo fai di nuovo, te le suono nelle mani». Ma intanto lo colpisce alla testa. Uno, due contemporaneamente ad altri piccoli che hanno lasciato un giocattolo per terra. Hanno tutti tre anni e vivono per ore con una maestra «molto nervosa». All’ asilo si gioca e si canta. A questo servono bambole, trenini e macchinine. E lo stereo, che resta però sempre muto. Tutte le dà fastidio. Botte sulla nuca, sgridate violente e costanti non sono compatibili con l’ insegna mento. Quindi la docente di 54 anni resterà sospesa per un anno. Interdetta dopo l’ arresto mai convalidato. Un caso «borderline» dal confine non ben delineato, tra maltrattamenti e metodo severo decisamente discutibile. Ma intanto la Procura di Termini ha presentato ricorso e l’ ha spuntata sulla decisione precedentemente presa dal gip, che non aveva ravvisato in quei comportamenti gli estremi per toglierle la libertà. Di diverso avviso sono stati ora i giudici del tribunale del Riesame. Così ieri i carabinieri di Corleone, guidati dal tenente Francesco Berloni, hanno eseguito un’ ordinanza di misura cautelare della sospensione dall’ esercizio di pubblico ufficio nei confronti della maestra che non potrà mettere piede per un anno alla materna. Maltrattamenti agli alunni, questa è l’ accusa che le fa rischiare un processo. Sembrava un capitolo chiuso, invece non lo è. «L’ esigenza più urgente – dice Anna Domenica Gallucci, sostituto procuratore di Termini Imerese che ha presentato il ricorso – era quella di non farle avere nuovamente contatti con i bimbi». Le delicate attività d’ indagine erano state avviate dopo la denuncia della mamma di un bambino che aveva riferito di essere stato vittima di maltrattamenti da parte della maestra. Le microtelecamere piazzate dai carabinieri agli angoli invisibili della classe avevano registrato ogni momento: durante la giornata, la donna ricorreva abitualmente a punizioni fisiche ogniqualvolta si poneva la necessità di riprendere un comportamento non corretto avuto da uno o più bambini. Rigore consentito o deciso travalico dei limiti del suo compito? Qui si è giocata la partita dal marzo scorso, giorno in cui i militari avevano fatto irruzione nell’ aula arrestando la donna. Uno choc per l’ intera comunità e per i genitori degli altri alunni, che erano intervenuti con una lettera in sua difesa. Documento finito addirittura nell’ ordinanza di scarcerazione del gip: dopo aver visionato i filmati, aveva rilevato l’ assoluta insussistenza del reato. Il metodo educativo era «privo di penale rilevanza». Fino a ieri, sulla maestra non c’ erano più state ombre. Immediato l’ intervento del Codacons: «Si tratta dell’ ennesimo caso di violenze su bambini registrato in una struttura scolastica italiana dice Francesco Tanasi, segretario nazionale – Ancora una volta i bambini sono vittime di maltrattamenti da parte degli insegnanti e questo dimostra come sia necessario installare telecamere di videosorveglianza in tutti gli asili e scuole elementari d’ Italia, per controllare l’ operato del personale scolastico ed evitare abusi e violenze che possono avere conseguenze anche gravi». «In tal senso chiediamo al Parlamento – conclude – che fine abbia fatto il decreto legge sull’ installazione di telecamere a circuito chiuso negli asili e nelle strutture socio assistenziali per anziani, approvato lo scorso ottobre alla Camera, di cui al momento non si sa più nulla, se non che giace al Senato nonostante l’ evidente urgenza di provvedimenti in materia». Sulla vicenda interviene anche il colonnello Antonio Di Stasio, comandante provinciale dei carabinieri: «Se prevenire è meglio di curare, già il filosofo e matematico greco Pitagora affermava: educa i bambini e non sarà poi necessario punire gli uomini. È ormai riconosciuto come il denominatore comune della violenza sui minori derivi da un rapporto cosciente o inconscio di strumentalizzazione del bambino, reso possibile dalla superiorità fisica o psichica dell’ adulto dal quale la vita del bambino dipende». E cita Dante: «Tre cose ci sono rimaste dal Paradiso: le stelle, i fiori e i bambini».
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