7 Marzo 2018

Piano ambientale Ilva ricorso al Tar, si va in aula

TARANTO. È attesa per oggi la decisione del Tar di Lecce sulla sua competenza a decidere sui ricorsi presentati dalla Regione Puglia e dal Comune di Taranto contro il decreto del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni con il quale lo scorso 29 settembre è stato approvato il nuovo piano ambientale dell’ Ilva. La terza sezione del Tar di Lecce non ha accolto l’ istanza di rinvio presentata dai legali del Comune di Taranto Massimo e Marcello Vernola per permettere l’ esame dei motivi aggiunti depositati dall’ ente la settimana scorsa e ha fatto discutere le parti, riservandosi la decisione. Gli avvocati dei commissari straordinari Laghi-Gnudi-Carruba sostengono che non sia competente il Tar di Lecce a dirimere la controversia (come peraltro è sempre stato in passato, anche su input proprio della stessa gestione commissariale che non ha esitato a rivolgersi ai giudici amministrativi salentini) ma, invece, il Tar del Lazio. Una questione preliminare che ovviamente viene prima del merito ma anche dell’ istanza istruttoria proposta invece dagli avvocati del Codacons che pretendevano dal collegio guidato dal presidente Enrico D’ Arpe un ordine di esibizione al Governo e ai ministeri di tutta una serie di documenti, a partire dal contratto di vendita del siderurgico dalla gestione commissariale ad Am Investco, documenti sinora negati a tutte le parti. Secondo l’ avvocato Luigi Quinto, difensore della Provincia di Taranto intervenuta ad opponendum contro l’ azione giudiziaria del Comune, il Tar salentino potrebbe trasferire il fascicolo ai colleghi del Tar del Lazio. «Ritengo – spiega Quinto – che il piano ambientale varato dal governo rappresenti un equilibrato compromesso tra tutela dell’ ambiente e salute dei cittadini da una parte e interessi imprenditoriali che si traducono in salvaguardia dei livelli occupazionali dall’ altra». Gli avvocati Massimo Moretti e Eligio Curci per Legambiente, in una nota, «ribadendo la posizione dell’ associazione, che auspica una soluzione della vicenda in sede politica, attendono serenamente la decisione del Tar Puglia sulla sollevata eccezione di incompetenza territoriale, ritenendo comunque che, a fronte della posizione assunta dal Governo, non ci fosse altra strada oltre quella del ricorso al giudice amministrativo per garantire il rispetto dei diritti dei cittadini di Taranto». Per il Codacons, presente in udienza con il suo presidente nazionale Carlo Rienzi, è «uno strano comportamento quello dei grandi industriali che stanno dietro l’ affare Ilva, e che vogliono allontanare il processo dall’ am biente in cui si è verificato il gravissimo problema di inquinamento. Abbiamo assistito oggi ad una sfilata di tentativi di spostare il processo a Roma, richieste che saranno sicuramente contrastate dal tribunale». Il Codacons «ha ricordato – viene osservato in una nota – che in materia ambientale l’ articolo 316 del Codice dell’ am biente prevede che a giudicare siano proprio i Tar del luogo dove il danno ambientale si è verificato. Questo perché soltanto la vicinanza alle problematiche relative ai danni subiti dai cittadini, dalla flora e dalla fauna, può aiutare a capire il dramma che vive in questo caso chi contesta un decreto come il Dpcm del 29 settembre 2017, che si è preoccupato poco dei danni per la salute dei cittadini». E mentre si attende la decisione del Tar, il vuoto politico determinato dall’ esito delle elezioni, fa saltare l’ incontro al ministero per lo sviluppo economico programmato per venerdì 9 marzo tra i commissari Ilva, la società acquirente Am InvestCo e i sindacati.

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