9 Marzo 2011

Più prestiti, meno soldi a casa La famiglia italiana è in rosso

Più prestiti, meno soldi a casa La famiglia italiana è in rosso
 

Le famiglie italiane restano a rischio. L’ ultima fotografia rilasciata da Bankitalia ritrae un paese dove aumentano i prestiti bancari e diminuiscono i soldi sul conto corrente. Secondo i dati contenuti nel supplemento «Moneta e Banche» della Banca d’ Italia, diffuso ieri, in gennaio sono aumentati del 5%, su base annua, i prestiti richiesti dalle famiglie, mentre sono calati dell’ 1,7%, sempre su base annua, i depositi dell’ intero settore privati, che include anche le famiglie. «A gennaio 2011 – si legge nella nota di sintesi in attesa della pubblicazione integrale sul Bollettino – il tasso di crescita sui dodici mesi dei prestiti al settore privato, corretto per le cartolarizzazioni cancellate dai bilanci bancari, è salito al 4,8% rispetto al 3,6% di dicembre. Il tasso di crescita sui dodici mesi dei prestiti alle società non finanziarie è salito al 4,2% dal 2% del mese precedente, mentre è rimasto invariato al 5% l’ analogo tasso di crescita per il credito alle famiglie». I dati, avverte Bankitalia, risentono comunque di una discontinuità statistica. «Dal mese di giugno del 2010 – è scritto nella nota – le banche hanno riconosciuto nei bilanci larga parte dei prestiti che erano stati precedentemente cancellati a causa di operazioni di cartolarizzazione. Ne discende, a partire da quella data, una distorsione verso l’ alto nella dinamica dei prestiti e di altri aggregati se calcolata come differenza tra le consistenze riportate nelle tavole del Supplemento al Bollettino Statistico Moneta e banche. Sul fronte della raccolta – scrive ancora Bankitalia – i depositi del settore privato, al netto di quelli di controparti centrali e di quelli connessi con operazioni di cartolarizzazione, registrano una variazione negativa (-1,7 per cento su base annua rispetto al -1,2 per cento di dicembre). Il tasso di crescita sui dodici mesi della raccolta obbligazionaria rimane negativo e pari a -1,6 per cento (invariato rispetto a dicembre)». Il bollettino misura anche le sofferenze. Il tasso di crescita sui dodici mesi delle sofferenze, non corretto per le cartolarizzazioni ma tenendo conto delle discontinuità statistiche, rimane sostanzialmente stabile al 30,0 per cento dal 29,9 per cento di dicembre. Questi sull’ aumento dei tassi del credito al consumo «confermano quanto affermato, da tempo, dalle associazioni Casper». E’ quanto sottolinea, in una nota, il Comitato contro le speculazioni e per il risparmio (Adoc, Codacons, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori). «Le famiglie italiane stanno attraversando una crisi profonda, che le costringe a indebitarsi sempre di più, a fronte della riduzione del risparmio e del potere d’ acquisto, soprattutto per le pensioni e per i redditi bassi. Come se non bastasse, un nuovo balzello è saltato fuori dal cilindro delle banche: la "tassa sul contante". Imposizione dell’ importo medio di 3 euro, che da qualche giorno molti istituti di credito richiedono a quei clienti che si recano in agenzia a prelevare denaro contante». «Bankitalia intervenga urgentemente per fermare questa vergogna. «I dati confermano l’ accelerazione della contrazione del risparmio netto delle famiglie italiane», è il commento di Stefano Fassina, responsabile dell’ ufficio economia e lavoro del Pd. «E l’ aumento del debito delle famiglie non riesce a evitare la stagflazione che segna l’ economia italiana. Il governo ha enormi responsabilità per quanto avviene».

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