7 Agosto 2007

Più di un comune su tre inattivo sulla prevenzione degli incendi

O i sindaci vareranno finalmente il catasto delle aree che i piromani devastano per favorirvi speculazioni edilizie o di riforestazione, oppure gli enti Parco dovranno chiudere ai Comuni i rubinetti dei finanziamenti, e le Prefetture potranno nominare commissari ad acta per superare le riottosità delle amministrazioni inadempienti. Dopo l`ennesima giornata di fuoco, il Governo (con una circolare del ministro dell`Ambiente Pecoraro Scanio) ma anche le associazioni ambientaliste e vari gruppi parlamentari rilanciano così l`attuazione del catasto delle aree incendiate come uno degli strumenti più efficaci per impedire la cementificazione e rendere non più conveniente, anche per la malavita organizzata, bruciare ettari ed ettari di bosco. L`obbligo per i comuni di predisporre una mappa delle aree colpite dalle fiamme è previsto dalla legge 353 del 2000, “ma solo il 20 per cento si è messo in regola ha affermato Pecoraro Scanio Gli altri non lo fanno o non lo vogliono fare“. E una recente indagine di Legambiente è ancor più precisa: più di un comune su tre è praticamente inattivo sulla prevenzione; appena il 24 per cento di quelli interessati dalle fiamme hanno realizzato la mappa delle aree percorse dal fuoco, e solo sei su cento applicano pienamente la legge-quadro sugli incendi boschivi che fra l`altro impedisce di utilizzare le aree bruciate per l`edilizia, la caccia e il pascolo. Da qui la richiesta di interventi più decisi. La circolare del ministro Pecoraro Scanio invita infatti i presidenti dei Parchi nazionali a richiedere ai comuni che ricadono nei loro territori “il puntuale adempimento dell`obbligo di istituire e aggiornare annualmente il catasto delle aree percorse dal fuoco“, con “la necessaria collaborazione con le competenti Prefetture“, e subordina al rispetto di quest`obbligo anche “l`attribuzione di risorse finanziarie“. “Mi sembra un buon deterrente“, ha commentato Domenico Pappaterra, commissario del Parco del Pollino. Ma anche gli stessi presidenti dei Parchi sono esortati dal Governo a predisporre, aggiornare ed attuare i piani antincendi, e a costituirsi parte civile (“siamo pronti a farlo“, ha assicurato il vicepresidente di Federparchi, Amilcare Troiano“) nei processi contro i piromani, per i quali peraltro -ha commentato amaramente il ministro- “in sette anni non c`è stata nemmeno una condanna definitiva“. Ancor più decisa l`iniziativa del Codacons, che ha annunciato un esposto a 104 Procure della Repubblica in tutta Italia contro i comuni che abbiano omesso di realizzare il catasto incendi. E Italia Nostra tira in ballo anche le regioni, che dovrebbero sollecitare e coordinare queste iniziative di prevenzione contro le attività speculative collegate agli incendi: abusivismo edilizio, cancellazione di vincoli paesistici per potervi costruire, modifica dei perimetri dei parchi, finanziamenti per la riforestazione. Ma ci si muove anche sul fronte legislativo. Tommaso Sodano (Prc), presidente della commissione Ambiente del Senato, annuncia un`indagine conoscitiva e il varo di nuove proposte, come quella di non rendere più sanabili con una semplice delibera di consiglio comunale le costruzioni che nasceranno sui suoli incendiati, che in ogni caso dovranno essere abbattute. Fabio Rampelli (An) critica invece il governo “perché quest`anno la campagna di prevenzione contro gli incendi è stata ridicola“, rilancia la richiesta del WWF di una taglia da 100 mila euro contro i piromani e propone anche una legge che premi finanziariamente “quei territori che dimostrino di sapersi difendere dalla piaga dei fuochi estivi“. E i comuni? Non ci stanno a finire da soli sul banco degli accusati: “Il problema riguarda i rapporti con lo Stato e le Regioni replica infatti Osvaldo Napoli (Forza Italia), vicepresidente dell`Anci In tutti questi anni hanno continuato a tagliare fondi ai comuni, e dove li troviamo i soldi e il personale necessario per adeguare il catasto?“.

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