Più debiti e meno risparmi, effetto crisi
ROMA AUMENTANO i debiti, diminuiscono i risparmi. Già lo scorso gennaio, cioè ancor prima che la crisi libica dispiegasse i suoi effetti, la situazione economica delle famiglie italiane cominciava a far sentire una serie preoccupante di scricchiolii. Scorrendo numeri e percentuali contenuti nel bollettino ‘ Monete e Banche’ della Banca d’ Italia, si scopre che in un anno la richiesta di prestiti bancari è aumentata del 5%, mentre i soldi messi sul conto corrente, sempre rispetto a gennaio 2010, sono diminuiti dell’ 1,7%. Inoltre il tasso di crescita sui dodici mesi dei prestiti alle aziende, corretto per le cartolarizzazioni cancellate dai bilanci bancari, è salito al 4,8% rispetto al 3,6% di dicembre. NON SOLO siamo più indebitati, paghiamo anche più cari i soldi presi in prestito da banche e istituti finanziari: i tassi sul credito al consumo (destinato all’ acquisto di beni o servizi) sono saliti di quasi mezzo punto: dall’ 8,33 all’ 8,78%. Sono all’ insù pure i tassi sui mutui. L’ Euribor (che fa da punto di riferimento) dal 3,18% di dicembre è arrivato il mese dopo a + 3,36%, il livello più alto dalla fine del 2009. E sappiamo che da allora è ulteriormente aumentato sull’ onda delle dichiarazioni del governatore della Bce Jean-Claude Trichet, che ha annunciato che ad aprile l’ Eurotower potrebbe rialzare i tassi a causa delle crescenti preoccupazioni sul fronte dell’ inflazione. IN COMPENSO gli interessi percepiti dai risparmiatori sui loro depositi in conto corrente, anche se lievemente, sono scesi (da 0,36 a 0,35). Stabili intorno al 30% le sofferenze bancarie, ovvero i soldi prestati dagli istituti di credito e non restituiti. Per quanto riguarda le imprese, la situazione si capovolge. Via Nazionale spiega che i tassi sui nuovi finanziamenti erogati a gennaio sono diminuiti di 10 punti base, arrivando al 2,69%. La discesa è guidata dai prestiti di importo superiore al milione di euro (2,36%). I DATI della Banca d’ Italia alimentano le proteste di quanti temono per le fasce più deboli della popolazione. Il Codacons fa notare che il caro mutui «è molto preoccupante» perché metterà in difficoltà con il pagamento delle rate circa 30 mila famiglie. Federconsumatori, Ausbef e Casper, se la prendono con le banche perché hanno introdotto «un pizzo da 3 euro» su chi preleva i propri soldi allo sportello. I dati preoccupano anche le opposizioni. Dice il capogruppo Pd della commissione bilancio della Camera, Baretta: «Se il risparmio delle famiglie si riduce ci sarà un ulteriore calo dei consumi». «Il governo è responsabile di stagflazione», denuncia il responsabile economico del partito, Fassina, che sottolinea anche come «la contrazione del risparmio delle famiglie è l’ inevitabile conseguenza della disoccupazione elevata e dell’ assenza di indennità di disoccupazione per i precari». Per l’ Idv, parla Borghesi: «Le nuove disastrose notizie di Bankitalia rendono ancora più evidente il fallimento del governo».
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