14 Maggio 2010

Petrolieri-consumatori, lo scontro degenera

L a riforma della rete di distribuzione abbozzata il 21 aprile al ministero dello Sviluppo economico avanza. Stefano Saglia, il sottosegretario che ha la delega per l’Energia, ha convocato le parti per un se- condo incontro, martedì prossimo. Petrolieri, benzinai e associazioni dei consumatori incontreranno stavolta i rappresentanti delle Regioni, che hanno la maggiori competenze normative in materia di licenze agli impianti. «Entreremo nel vivo delle misure previste nel protocollo» assicura Saglia, ma il rapporto sempre teso tra industria petrolifera e consumatori sta degenerando.
Colpa dei numeri usati da A- dusbef e Federconsumatori. Le due associazioni ieri hanno ricordato che il prezzo del petrolio è sceso del 13% dall’inizio del mese e per questo chiedono riduzioni dei prezzi alla pompa «da 7-8 centesimi». Quindi parlano di una situazione «ogni giorno più vergognosa», di «speculazioni » che costano «176 euro annui agli automobilisti » e finiscono con il dire che «i petrolieri meriterebbero le manette» e invocare un «boicottaggio delle compagnie » da farsi a turni di 15 giorni per marchio.
La risposta dell’Unione Petrolifera non è esattamente diplomatica. «L’ottusità di alcune associazioni di consumatori è ormai senza limiti, impermeabile a qualsiasi evidenza numerica» recita una nota dell’Up, un comunicato che si chiude con altre parole al veleno: «Forse è giunto il momento di chiedere anche a loro conto del modo sgangherato in cui impiegano i fondi che ricevono dallo Stato in assenza di qualsiasi criterio di trasparenza nella gestione degli stessi, prevista tra l’altro dalla legge».
Collegare il prezzo della benzina direttamente a quello del barile di petrolio sul mercato americano (e non quello europeo) e usare le cifre in dollari (e non in euro), senza poi tenere conto dell’andamento dei prezzi del prodotto raffinato (tracciati quotidianamente dall’agenzia Platt’s), è un errore di metodo. Lo hanno ribadito più volte, oltre all’Up, centri studi indipendenti come Nomisma e Prometeia. L’Up – che ieri ha anche annunciato il calo dell’1,8% dei consumi petroliferi ad aprile – cita proprio il Platt’s, per notare che negli ultimi quindici giorni il prezzo di un litro di benzina raffinata sui mercati internazionali è sceso di 5 millesimi, mentre i prezzi alla pompa (al netto delle tasse) sono calati di 6 millesimi.
Federconsumatori ha definito la replica dell’Up un «attacco volgare», mentre il Codacons – senza partecipare alla polemica sulle cifre – ha comunicato di avere avviato le procedure per una class action contro i petrolieri.

Previous Next
Close
Test Caption
Test Description goes like this