Pet Tac, “no a polemiche faziose, conta solo la salute
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fonte:
- LeccePrima.it
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LECCE – Quella intentata dal Codacons di Lecce, è un’azione risarcitoria per la tutela del diritto alla salute, per conto di cinque malati oncologici che hanno dovuto pagare di tasca propria la prestazioni specialistiche di Pet Tac, non garantite dal servizio sanitario nazionale. Punto.
La precisazione è doverosa, secondo gli avvocati dell’associazione per la tutela dei diritti dei cittadini, che hanno convocato la stampa per fare chiarezza sulla polemica politica, scaturita dalla convocazione del presidente della Regione Puglia, presso il giudice di pace: l’interrogatorio formale è stato rimandato al 23 novembre perché Nichi Vendola ha addotto un impegno istituzionale.
Poteva finire qui, se non fosse che il suo assessore alla Salute si è lanciato in una dichiarazione “fuori contesto” che ha fatto scattare la reazione piccata del Codacons. Tommaso Fiore aveva parlato di un intervento del giudice di pace su una questione che riguarderebbe, esclusivamente, i rapporti tra l’amministrazione di via Capruzzi e lo studio radiologico “Calabrese” di Cavallino, l’unico in possesso dello strumento per la diagnosi precoce dei tumori, che da ottobre fino alla fine dell’anno, riprenderà a lavorare in convenzione con la Asl di Lecce. Il guaio è che le cinque persone malate, hanno dovuto ricorrere alle prestazioni mediche nei primi quattro mesi del 2011, quando il centro erogava prestazioni private. E hanno speso circa mille euro ciascuno: una bella cifra per un servizio che dovrebbe essere gratuito.
Ora, che il centro Calabrese abbia concluso l’iter procedurale per ottenere la convenzione, agli avvocati e ai loro assistiti importa poco: la questione non è politica, ripetono, perché il presidente Vendola non è imputato, ma sarà ascoltato solo in quanto rappresentante legale dell’ente. Al suo posto, in buona sostanza, ci sarebbe potuto capitare un altro politico, chiamato a rispondere in prima persona, perché questo è l’iter e non valgono deleghe né risposte scritte. Resta il problema insormontabile e lesivo del diritto alla salute – sottolineano i legali – dell’assenza di una Pet Tac pubblica, sostituita a singhiozzo da una struttura privata, nonostante lo stesso regolamento regionale del 2009, calcolava un fabbisogno di almeno due macchinari per l’intera provincia di Lecce.
Infastiditi dalla “strumentalizzazione” della vicenda e dalla “mancanza di rispetto per l’autorità giurisdizionale”, Piero Mongelli, Luisa Carpentieri e Massimo Todisco non ci stanno a sentir parlare di una semplice causa risarcitoria: in ballo c’è un diritto fondamentale, il diritto alle cure mediche. Specialmente nei casi in cui, la tempestività delle diagnosi può valere una vita.
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