PERCHÈ IL DONO È PIÙ IMPORTANTE DEL REGALO
- fonte:
- Gazzetta di Modena
Dopo il lockdown 2020 il desiderio più grande degli italiani per queste feste è stato di tornare a come prima della pandemia. Il 67% ha pensato soprattutto alla famiglia. Il 44% infatti, ha acquistato capi di abbigliamento, il 51% calzature e accessori. Il 23% riviste, il 21% giochi per bambini e prodotti per la cura della persona, il 20% libri. Alimentari per il 19%. È cresciuto il budget per i regali: 373 euro in media rispetto ai 280 del 2020: il 30% in più. Il 72% è stato dedicato a una persona speciale. Per il 34% il regalo più importante è spettato ai figli, seguiti dal partner (33%) e dai genitori (11%). Sono queste le evidenze della ricerca dell’Osservatorio Compass, dedicata a queste feste, della Società del Credito al Consumo su un campione di 1000 connazionali. Sono tornate di moda anche le esperienze come viaggi e biglietti aerei (31%), seguiti da prodotti di telefonia, da PC, tablet, televisori, elettrodomestici, profumi, gioielli, cornici, orologi, borse, cinte e portafogli. Non tutti i regali però, secondo un’indagine di Codacons, sono stati graditi e una parte è finita “nel riciclo”. Il 25% degli italiani ha riciclato i regali e il 50% di questi è stato regalato ad amici e parenti, mentre è cresciuto sensibilmente il numero di consumatori che ha messo in vendita sul web quanto ricevuto. Il 33% di chi ha riciclato ha cercato di vendere i regali attraverso le nuove app, i social network e i siti di e-commerce. Il 17% invece ha restituito i regali ai negozi sostituendoli con altri prodotti o buoni acquisto. La corsa ai pacchi infiocchettati purtroppo ha deluso nella maggior parte dei casi, ha lasciato l’amaro in bocca, ha creato spesso malinconia, perché regali e doni non sono sinonimi, né equivalenti. “Hanno origini e etimologia diversa, per certi aspetti anche contraria – sottolinea Giuseppe Maiolo, psicanalista dell’Università di Trento- e anche oggi il termine “regalo” contiene l’allusione al riconoscimento: si regala qualcosa a qualcuno, e, per circostanza, se ne riconosce il valore per quello che è o per ciò che ha fatto. Il regalare diventa una sorta di obbligo volto a dimostrare con segni visibili la propria riconoscenza”. Per cui conta la forma del regalo, il suo valore materiale, lo stupore che produce,e il contenuto diventa un oggetto con poche emozioni e che non comunica sentimento. In diversi casi addirittura il regalo vuole comunicare l’attesa di “un trattamento particolare” che si desidera per il futuro. Ben diverso invece il dono, non legato ad alcun utilitarismo. È infatti ciò che si da o si riceve senza nulla in cambio. Il dono ha un valore simbolico, non economico. Sottolinea il legame esistente: non appartiene tanto alle ricorrenze, quanto al piacere di comunicare il sentimento. È legato all’essere e non all’avere: racconta l’amore, l’affetto, l’amicizia, la stima che proviamo per l’altro. Fare doni è diverso dal fare regali. Per i regali serve un budget. Per i doni c’è bisogno di sintonia con l’altro, partecipazione, affettività, creatività. Nel dono c’è tutta l’atmosfera delle feste.
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