«Per salvare l`ospedale pronti anche alle barricate»
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fonte:
- Libertà
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Castelsangiovanni Ospedale che fare? Un lungo dibattito, talora con toni accesi, si è aperto l`altra sera in occasione della presentazione del Cdo. Sul tavolo proposte e suggerimenti. Quale voce in capitolo, ci è chiesti ad esempio, possono avere i Comuni nei confronti dell`Ausl. Limitata per il sindaco di Pecorara, Roberto Miotti (è intervenuto anche il collega castellano Bersani, poi assentatosi) pronto alla collaborazione «ma su obiettivi fattibili». Importante, sostiene, far valere le peculiarità della sanità locale. Per alcuni esponenti del comitato invece, i sindaci possono giocare un ruolo importante. Ne è convinto Angelo Piva, delle Acli, che lamenta l`assenza di politici locali e invita la popolazione a partecipare di più. «Il diritto alla salute è un bene essenziale e primario – dice Antonio Lucchini, del circolo omonimo – e i cittadini non si sentono più rappresentati dai propri amministratori». A loro Angela Cobianchi, rivolge un monito: «I loro predecessori, in passato, salvarono spesso i nostri ospedali. A maggior ragione lo devono fare loro oggi». Antonio Gallo, addetto alle prenotazioni all`ospedale di Castello, racconta il senso di frustrazione che prova di fronte ai cittadini inviperiti per le lunghe liste d`attesa. «Noi allo sportello siamo oggetto del loro sfogo. La gente se la prende con noi che purtroppo, non possiamo farci niente». Un caso di disagio è stato riferito da Giovanni Beretta del Codacons. Gian Piero Torretta, vice presidente del Cdo: «Solo con il sostegno di tutti possiamo fare qualcosa. Si potrebbe avere ad esempio a Castello un polo specialistico diagnostico che richiami pazienti da fuori. Incontreremo i sindaci per esporre i disagi e valutare soluzioni. Gli chiederemo di mettersi dalla nostra parte. Altrimenti scenderemo in piazza». E Vercesi: «Se ci sarà da fare le barricate, le faremo».
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