24 Novembre 2006

Per qualche ruga in meno

Per qualche ruga in meno
Liposuzioni, lifting, plastiche al seno: operazioni serie. Spesso praticate in ambulatori non attrezzati. Con conseguenze gravi

Non c`è bisogno di andare in Brasile o in Tunisia per risparmiare su liposuzioni, protesi per il seno o su un naso nuovo. Le operazioni in saldo si fanno qui: a Torino, Roma, Milano, Napoli, Salerno fino in Calabria. Basta rinunciare alla sicurezza: niente spese per ospedali o cliniche perché le operazioni si fanno negli appartamenti. Si paga in nero un po` alla volta. “Niente cartelle cliniche, niente registri, non resta traccia degli interventi“, spiega Marco Datti, capitano del Nas (Nucleo antisofisticazioni) di Roma: “I medici operano anche in cliniche autorizzate, ma se si vuole risparmiare offrono lo stesso intervento a metà prezzo in ambulatori, con camere operatorie inadeguate. Non solo per piccoli ritocchi. Anche per mastoplastiche additive e riduttive, rinoplastiche e liposuzioni che richiederebbero molte precauzioni perché a rischio infezioni e complicanze“. La materia sarebbe regolata da un decreto legge del 1997, contenente i requisiti minimi per le strutture socio-sanitarie, pubbliche e private, ma molte regioni non lo hanno ancora recepito. Raccogliamo la denuncia di una quarantaduenne piemontese, che qualche mese fa ha preso il treno all`alba da Torino per sottoporsi a una liposuzione su pancia, schiena e cosce a Roma: “L`intervento è durato più del previsto, oltre cinque ore, e non mi sentivo bene. Quindi mi hanno aperto un divano letto nel corridoio dello studio dove il medico mi aveva operata. Ma ho iniziato a vomitare, e lo specialista mi ha trasferita prima in un hotel, poi direttamente a casa sua perché stavo peggio. A causa della perdita di pus e sangue alla fine il medico si è convinto ad accompagnarmi all`ospedale San Filippo Neri di Roma. Da qui però mi hanno mandata a Valle Fiorita per poi farmi tornare d`urgenza allo stesso ospedale in fin di vita per setticemia, ed essere sottoposta a terapie salvavita e interventi d`urgenza“. La nostra testimone ha poi dovuto subire molte operazioni per recuperare ai danni provocati dall`intervento. Ha denunciato penalmente il medico, l`ambulatorio romano (rimasto regolarmente aperto nel frattempo) e perfino l`ospedale che, a suo avviso, ha sottovalutato la situazione. Si è salvata per miracolo, ma ha perso il lavoro di cuoca che svolgeva da anni in un ristorante, è sempre più debole, ha la pancia e la schiena deturpati da solchi indelebili, soffre di depressione e ha perso i capelli. Commenta Piero De Rosa, funzionario della Asl-A di Roma che esegue attività di vigilanza su cliniche, case di cura, poliambulatori e day surgery della capitale, anche insieme al Nas: “A Roma sono stati scoperti veri e propri scannatoi. Per dribblare i controlli le operazioni si effettuano perfino il weekend. Generalmente si scelgono anestesie locali, sedazioni e stordimenti con ipnotici che provocano stati di incoscienza, ma poi si torna velocemente a casa. Si infiltrano anche grandi quantità di anestetici mescolati ad adrenalina e i rischi aumentano. Si usano sempre meno anche i drenaggi, che invece sono necessari per l`eliminazione di liquidi post-operatori dopo interventi come rinoplastica e mastoplastica additiva o riduttiva“. Le segnalazioni cominciano ad arrivare anche al Pit-Salute del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva: dieci segnalazioni di chirurgia estetica su 734 nell`ultimo anno. Precisa Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva: “Il fenomeno deve allarmare perché nuovo e sottostimato. Da noi giungono solo casi eclatanti, generalmente chi si sottopone alla chirurgia estetica tiene molto alla privacy e, quando denuncia, lo fa privatamente. è preoccupante il fatto che medici senza scrupoli e cittadini incoscienti considerino la chirurgia estetica di secondo piano meno rischiosa“. Per la prima volta anche l`associazione onlus Articolo 32 del Codacons nell`ultimo anno ha avviato cento richieste di risarcimento danni per chirurgia estetica su 400 casi totali. La metà per rinoplastica, il 30 per cento per mastoplastica e il 20 per odontoriatria estetica, blefaroplastica e depilazione definitiva. Casi molto gravi sono quelli che hanno chiamato il Pit-Salute: una giovane donna che, sottoposta a più operazioni estetiche insieme e dimessa dopo poche ore, a casa ha accusato dolori fortissimi, ma il medico al telefono ha sottovalutato i sintomi. Dopo una settimana è stata ricoverata d`urgenza in ospedale per subire quattro trasfusioni a causa di un`anemia molto grave. Una signora li ha chiamati per l`intervento di mastoplastica additiva della figlia la quale, anziché ritrovarsi con un bel seno, ha cicatrici vistose, un seno diverso dall`altro e una mammella insensibile. Ha speso 4 mila euro, non ha alcuna documentazione dell`intervento, né sanitaria né amministrativa. Ha solo la garanzia della protesi impiantata e alcuni certificati di prescrizione di farmaci. Un uomo si è rivolto a un chirurgo plastico per togliere le borse dagli occhi, ma il risultato è che un occhio è rimasto giù. Non ha fatture relative all`intervento, ma solo una fattura che riporta prestazioni ambulatoriali e una ricetta che prescrive una pomata. “Succede che strutture autorizzate dalla Asl come ambulatori con medicheria, siano impiegate come sale operatorie“, afferma Piero De Rosa: “Ma in uno studio medico o in un ambulatorio non si possono effettuare anestesie con perdita di coscienza e per via endovenosa, né interventi invasivi. Tale prerogativa spetta ai day surgery e alle cliniche. I primi non hanno degenza, ma devono possedere sale operatorie alla pari delle cliniche e degli ospedali, inclusa la convenzione con un ospedale vicino dove portare il paziente rapidamente in caso di emergenza“. Al primo piano di un palazzo di Napoli ci riceve Camillo D`Antonio, chirurgo plastico con specializzazioni italiane e statunitensi di alto livello. Qui tutto è grande e lussuoso e in fondo all`appartamento con i soffitti affrescati c`è la camera operatoria: moderna, pulita, dotata di carrello di rianimazione con maschera per ventilazione di ossigeno. Dietro una doppia porta c`è una stanza con due letti. Sul citofono del palazzo c`è solo il nome del medico. Nessun riferimento a una clinica o a un day surgery. Questa struttura come è registrata alla Asl? Lo specialista risponde: “è uno studio medico, ma io l`ho attrezzato molto meglio. Qui il rischio infezione è pari a zero, al contrario di molti ospedali napoletani“. A Salerno Bruno Giustiniani, otorino e chirurgo, opera in un Day surgery, così come specificato dall`insegna all`ingresso del palazzo. “La rinoplastica o la mastoplastica riduttiva la eseguo in anestesia generale leggera“, spiega:“Qui l`anestesista lo scelgo io e la rinoplastica la eseguo in velocità. Ti risvegli dopo poche ore, se vuoi vai a casa altrimenti dormi qui“. Nella camera operatoria i fili elettrici sono esterni ai muri, coperti da canaline di plastica. “La macchia che vede sul muro si è formata a causa dell`acqua calda che scorre dietro per scaldare la sala operatoria. Noi effettuiamo una sterilizzazione dell`ambiente al giorno“, dicono sia lo specialista che la sua infermiera di fronte a una parete su cui affiora la muffa. L`ambulatorio è al secondo piano di un palazzo, ed è registrato alla Asl come poliambulatorio con day-surgery. Tutto regolare. Al dipartimento Prevenzione della Asl di Salerno è direttore Domenico Porta, che racconta: “La Regione Campania ha fatto slittare già quattro volte i termini per adeguarsi alla delibera del 2001, che definisce e distingue finalmente gli studi medici dai poliambulatori, dai day surgery e dalle cliniche. Le differenze sono importanti, perché è specificato il divieto di operare e somministrare anestesie negli studi clinici, e i parametri ai quali ci si deve attenere per attrezzare cliniche, day surgery e camere operatorie. Ora, a termini di legge, qui vale ancora un regio decreto del 1934, che prevede un parere igienico-sanitario fornito dall`ex ufficiale giudiziario e il nulla osta del sindaco. Dal 2001 a oggi sono stati fatti solo 30 controlli su 600 centri“. Torniamo a Roma. Sulla porta dello studio di Anna Maria Forenza la targa indica: `Patologo clinico e immunoematologo`. La dottoressa si occupa anche di estetica, come spiega nel suo sito Internet. “La rinoplastica la eseguo in clinica, non qui“, precisa. La liposuzione si fa nella stanza accanto, dotata di un lettino e di un macchinario per l`aspirazione meccanica. “è una liposuzione dolce, priva di alcun rischio e la facciamo per piccole zone“, spiega la dottoressa. Nel Lazio questo è possibile, come spiega il capitano Marco Datti: “Non non è stato ancora emanato il regolamento che stabilisce e distingue le strutture sanitarie in modo inequivocabile. A rigor di logica negli studi medici non si potrebbe effettuare nulla di invasivo, come l`inserimento di cannule per la liposuzione, e non possono esserci camere operatorie o stanze di degenza negli ambulatori. Nei fatti con un tale vuoto normativo i requisiti sono deboli“. n Top ten degli interventi più a rischio Sanguinamenti, anemie, infezioni. Molti si salvano perché corrono al pronto soccorso “In Italia si stima che il 15-20 per cento degli interventi sia gravato da complicanze o risultati non soddisfacenti“, spiega Francesco D`Andrea, professore ordinario di chirurgia plastica della Seconda università di Napoli e segretario della Società italiana di chirurgia plastica (Sicpre). Ecco la classifica degli interventi più a rischio redatta dal professor D`Andrea tenendo conto delle ricerche più recenti e ponendo nelle prime posizioni gli interventi che possono dare problemi di tipo sistemico.


1. Megaliposuzioni Quando si aspirano più di 5 litri di grasso in più aree simultaneamente, i rischi sono sanguinamento prolungato, insufficienza cardio-circolatoria per perdita eccessiva di sangue e fluidi (fino allo shock), infezioni e tromboembolie. Se eseguite in anestesia locale: intossicazione da farmaci.

2. Addominoplastica Quando si asportano tessuti in eccesso dall`addome ci possono essere complicanze di tipo sistemico: anemizzazione e tromboemboli, tanto più probabili quanto più tessuto viene asportato. Più frequenti le complicanze di tipo locale: necrosi parziale di pelle e sottocutaneo e cicatrici di cattiva qualità . Le complicanze sono più probabili nei fumatori, nei diabetici e negli obesi.

3. Mastoplastica riduttiva In seguito alla riduzione del volume delle mammelle si possono verificare: perdita eccessiva di sangue con anemia, ematomi (se evidenti è necessario riaprire una delle ferite e rimuovere il sangue accumulato), necrosi di areola e capezzolo e cattiva qualità delle cicatrici, con una frequenza direttamente proporzionale alla quantità di tessuto ghiandolo-adiposo asportato.

4. Lifting delle cosce In seguito all`asportazione di tessuto in eccesso alla radice delle cosce si possono verificare delle trombosi, o complicanze localizzate: asimmetrie e accentuazione delle cicatrici col tempo. L`incidenza delle complicanze è dieci volte superiore nei fumatori.

5. Lifting del viso Paralisi temporanea della mimica del viso, che raramente e per grossolani errori del chirurgo può essere permanente. Possibili raccolta di sangue o coaguli sotto la pelle e infezioni. L`incidenza delle complicanze è dieci volte superiore nei pazienti fumatori.

6. Mastoplastica additiva L`inserimento di protesi nel seno è gravato esclusivamente da complicanze locali. Comprovato scientificamente che le protesi non causano tumori al seno o malattie sistemiche, la complicanza più importante rimane l`intolleranza dell`organismo al corpo estraneo che può portare all`indurimento e alla deformazione delle mammelle fino, in casi rarissimi, al rigetto dell`impianto. Evento ridotto dopo l`immissione sul mercato di protesi a superficie rugosa e riempite con silicone compatto, come risulta da studi come l`Andem, gruppo indipendente francese, e come quelli di Heden e di Zahavi pubblicati quest`anno sul `Plastic Recontructive surgery Journal`. Da un`analisi fatta su 9.774 impianti al gel di silicone si rileva invece che, a cinque anni dall`intervento, corrisponde un 30 per cento di rotture, a dieci il 50, a 17 il 70. Le protesi di nuova generazione (Heden 2006) dimostrano invece una notevole riduzione delle rotture (meno dell`1 per cento dopo dieci anni).

7. Liposuzioni piccole e medie Si può andare incontro a problemi della circolazione linfatica, infossamenti del profilo cutaneo, asimmetriee depigmentazioni. Il rischio può essere molto serio se la liposuzione è associata ad altre procedure, come l`addominoplastica. La liposuzione ideale è eseguita da sola, fatta per rimuovere piccoli volumi di grasso, con tempi operatori brevi.

8. Blefaroplastica Le complicanze possibili della correzione di palpebre cadenti o di borse sono: perdurare del gonfiore post-operatorio, asimmetrie tra i due lati, distorsione della palpebra inferiore tirata dal basso da cicatrici interne che possono portare a lacrimazione continua. Più grave, il danneggiamento del nervo ottico.

9. Rinoplastica L`intervento per modificare il profilo del naso, quando non eseguito propriamente, può portare a dei veri e propri deficit respiratori. Più comuni le imperfezioni del profilo nasale, con spostamento degli innesti nel tempo.

10. Laser e filler Eliminare rughe, angiomi e peluria può provocare macchie, ustioni, cicatrici, spesso per uso improprio dei macchinari. I filler a effetto permanente o semi permanente possono indurre danni ai tessuti per scarsa tolleranza e a rigonfiamenti disarmonici e asimmetrie per migrazione a distanza del materiale iniettato nella pelle. L`evento si manifesta anche a distanza di anni dalle iniezioni.

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