Per l’ Ue i c/c italiani sono i piu’ cari
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fonte:
- Miaeconomia.it
L’ accusa e’ chiara e sempre la stessa: in Italia non solo i conti correnti sono carissimi, ma costano anche molto di piu’ rispetto agli altri Paese europei. Tanto che ora la Commissione Europea – che e’ tornata a contestare ancora una volta i costi medi di questo servizio bancario – ha annunciato di voler aprire un’ indagine per vederci chiaro. I numeri che hanno spinto il commissario Ue al Mercato interno e servizi finanziari, Michel Barnier, ad accendere un faro su questa infinita querelle del caro conto corrente sono noti: nel BelPaese un correntista sborsa ogni anno 246 euro, mentre in Olanda il costo medio e’ di 43 euro. L’ inchiesta, ha annunciato Barnier, sara’ condotta in cooperazione con il commissario ai Consumatori, per avere dalle banche europee le spiegazioni richieste entro la meta’ del 2011. "Noi vogliamo la trasparenza, ed esigiamo risposte concrete e precise", ha detto il commissario. Lanciando poi un avvertimento: "Se l’ inchiesta non riuscira’ ad ottenere queste risposte, allora la Commissione le esigera’ con giuridicamente strumenti vincolanti entro l’ anno prossimo. Prontissima la replica dell’ Associazione bancaria italiana che pur dichiarandosi disponibile a collaborare all’ indagine, contesta comunque i dati Ue, citando i propri. In particolare, secondo l’ istituto, il costo medio dei conti correnti in Italia e’ di 116 euro. Un risultato confermato anche da un’ indagine analoga condotta dalla Banca d’ Italia dalla quale emerge una spesa media, al netto dell’ imposta di bollo, di 114 euro. Dati, quindi, molto diversi da quelli europei. E la spiegazione che l’ Abi da’ e’ chiara. "Il confronto sui prezzi dei servizi bancari – dice – deve tenere conto dei diversi modi di fare banca oggi in Europa". Ad esempio in Italia recentemente e’ stato introdotto l’ indice sintetico di costo "che rappresenta il dato per specifici profili di clientela. Indice che altri Paesi non hanno adottato". In effetti pero’ va detto che anche l’ indagine Ue ha tenuto conto dei diversi profili: il costo piu’ basso e’ per quello "passivo", dedicato ai clienti che fanno un numero limitato di operazioni. Ed il suo costo ammonta a 134,99 euro. Ma poi c’ e’ anche il profilo "basic" che, in base alle valutazioni europee, spende annualmente 143,19 euro. E c’ e’ infine il profilo "attivo" che arriva a 401,72 euro. Rimane, quindi, l’ enorme distanza con i risultati emersi dall’ indagine di Bruxelles. Ecco perche’ occorre anche considerare che la Ue considera i costi dei singoli servizi e non dei conti a pacchetto. Una procedura, quest’ ultima, che viene invece applicata in Italia. Intanto un plauso alle dichiarazione del Commissario Barnier arriva dalle associazioni dei consumatori aderenti al Comitato contro le speculazioni e per il risparmio (Adoc, Codacons, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori) che accolgono con soddisfazione l’ inchiesta avviata sulle cause che portano a disparita’ notevoli sul costo di un conto corrente tra i diversi Stati membri. "In Italia i costi dei servizi bancari sono i piu’ elevati del mondo, e senza alcuna giustificazione, spiega Casper. Gli utenti sono sottoposti a balzelli di ogni tipo, e appena una commissione viene vietata, ecco che gli istituti di credito ne inventano di nuove per arricchire le loro casse. La conseguenza e’ che gli italiani risultano spremuti come limoni dalle banche, e sono sottoposti a costi che nel resto del mondo non trovano pari. Ben venga dunque l’ indagine dell’ Ue purche’ , una volta accertati i comportamenti scorretti degli istituti di credito italiani, si arrivi ad una maxi-sanzione nei confronti delle banche e alla cancellazione dei balzelli vessatori, conclude.
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