Per i vaccini Ue inizia l’austerity
- fonte:
- Milano Finanza
N onostante la campagna di inoculazione di massa in tutta l’Ue sia iniziata da meno di un mes, per i vaccini anti- vige già un regime di austerità. Ieri ha avuto avvio, tra le polemiche, la settimana in cui Pfizer e Biontech ridurranno le forniture in Ue e Canada (non negli Usa) per completare i lavori di efficientamento dell’impianto belga di Puurs, dove vengono prodotti i farmaci da destinare al continente. Per l’Italia significa 165 mila dosi in meno, che nelle regioni del nordest equivalgono a tagli superiori al 50%. Ieri Pfizer avrebbe consegnato 48mila dosi, oggi ne arriveranno 53.820 e domani le restanti 294.840 dello stock di 397mila dosi atteso questa settimana. Mentre nel Regno Unito sono già partite le somministrazioni a over 70 e categorie vulnerabili, nel continente si cerca di stabilire, in piena emergenza, chi dovrà ancora temporeggiare prima di ricevere la cura. Il braccio di ferro tra le due big pharma e i Paesi dell’Unione è serrato, con le prime che hanno garantito un rapido recupero (con conseguente aumento) nelle consegne dopo che l’impianto belga sarà potenziato e i secondi che ritengono inaccettabile il rispetto degli accordi. In mezzo, a far da paciere, l’Ema «Se parliamo di un ritardo di qualche giorno non c’è nessun problema, lo sappiamo dai dati», ha detto Armando Genazzani, membro del committee for medicinal products for human use dell’Authority che ha poi aggiunto: «Anche se converrebbe mantenere fisso l’intervallo per un motivo organizzativo». Mentre la Germania ha chiesto alla società guidata da Albert Bourla di rispettare gli accordi, dai Paesi del nord Europa è arrivata una lettera aperta alle case produttrici in cui si ricorda che ritardi di questo tipo mettono a repentaglio l’intera campagna di distribuzione, in Italia si è schierato il Codacons, che ha presentato un esposto a 104 Procure italiane, cui ne fara seguito oggi un altro all’Antitrust europeo, per abuso di posizione dominante da parte di Pfizer, colpevole, a detta dell’associazione di aver preso la sua decisione unilateralmente. Laconico sul tema il commissario Domenico Arcuri, che però ha ricordato, tra le righe, che il 29 gennaio potrebbe arrivare il via libera al vaccino di AstraZeneca con 16 milioni di dosi pronte nel primo trimestre. La logica speranza è che i Paesi Ue non dipendano più da un solo vaccino.
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