31 Luglio 2009

Per i consumatori l’80% dei locali ignora le norme, il ministro contro le ordinanze spot

Alcol, il Codacons contro le discoteche E Giovanardi ribadisce il divieto dopo le 2

I giovani che muoiono sulle strade sono troppi, e troppo spesso gli incidenti stradali, soprattutto quelli del fine settimana, avvengono nelle prime ore del mattino al rientro dalla discoteca, quando i ragazzi sono assonnati, magari sotto l’effetto di alcol o droghe. La legge ha vietato la somministrazione di alcolici nei locali da ballo dopo le due di notte, ma il divieto, secondo una indagine del Codacons, viene aggirato 80 volte su 100. Le "civette" dell’associazione di consumatori stanno monitorando in incognito le discoteche su tutto il territorio nazionale, e i risultati sono allarmanti: su più di 70 locali «ispezionati», l’80% continua a vendere bevande alcoliche dopo le 2.00, e di questi la metà usa il trucco di mettere indietro le lancette dell’orologio delle casse, in modo che sugli scontrini – quando vengono forniti – appaia un orario antecedente alle 2.00. Il monitoraggio, che proseguirà per tutta l’estate, è stato presentato ieri, alla Camera, alla presenza del sottosegretario Carlo Giovanardi.  Il Codacons, ha spiegato il presidente Carlo Rienzi, ha già presentato esposti ai Nas e alle Procure di Roma e di Bologna, con tanto di nomi dei locali inadempienti. «Negli ultimi giorni ci sono stati proclami, ordinanze, divieti: non servono, basta partire da quelli già esistenti e farli rispettare. I gestori dei locali devono imparare a essere ‘custodi dei giovanì. Noi invitiamo i ragazzi a disertare i locali inadempienti» ha detto Rienzi. Sul proliferare di ordinanze e iniziative a livello locale si é soffermato anche Giovanardi. «In Italia abbiamo 8mila Comuni, non si possono avere 8mila norme diverse» ha detto, citando i casi di Milano e Roma e chiedendo una normativa unica a livello nazionale, che vieti la vendita e la somministrazione di alcol per tutti i tipi di locali (e non solo per quelli di intrattenimento, come previsto attualmente) dopo le due di notte, «al massimo in estate dopo le tre». Il sottosegretario non nasconde che il problema riguarda i controlli: «È inutile fare le leggi se poi non vengono fatte osservare» dice, puntando poi il dito sugli «accordi sindacali o parasindacali che non vengono rispettati» e spiegando che «non si può contare sulla buona volontà dei gestori dei locali». Dunque no a un’Italia "ad arlecchino", dove ogni Comune si fa le sue norme, ma regole uniformi su tutto il territorio nazionale. «Regole ragionevoli – precisa – non si vuol fare una battaglia talebana. L’alcol se usato con moderazione può anche fare bene alla salute. È l’abuso che va impedito».Pronta la reazione dei gestori dei locali da ballo: «Finalmente siamo d’accordo con Giovanardi: sull’alcol servono regole ragionevoli» dice Renato Giacchetto, presidente del Silb-Fipe.

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