19 Febbraio 2019

Per i bambini mani legate, botte e umiliazioni: maestra arrestata

Due mamme hanno notato stranezze nel comportamento dei piccoli. L’ educatrice aveva messo in piedi un asilo nido domiciliare I genitori le affidavano i figli per non meno di 600 euro al mese, convinti di trovarsi davanti una professionista saggia e preparata. Ma per lei, una donna di 52 anni originaria della Lombardia, da tempo residente a Siena, l’ educazione dei piccoli passava attraverso umiliazioni e percosse. Un’ indagine dei carabinieri del comando provinciale di Siena ha messo fine alla presunta catena di violenze di una educatrice, che aveva allestito nella sua abitazione un nido domiciliare per bambini tra i 6 mesi e i 3 anni. I militari, coordinati dalla pm Silvia Benetti, sono partiti dalla segnalazione di due mamme e di una ex collaboratrice. La conferma ai sospetti è arrivata nel giro di pochi giorni, anche grazie alle immagini delle telecamere nascoste nell’ appartamento. Per la donna sono scattate le manette in flagranza di reato: al termine dell’ udienza di convalida il gip ha convalidato l’ arresto e disposto gli arresti domiciliari. Le indagini proseguono ora per ricostruire la catena di violenze ma anche per chiarire la posizione amministrativa della struttura. L’ attività è risultata in regola con le autorizzazioni, ma i carabinieri vogliono approfondire la circostanza: solo un anno fa la maestra era stata infatti coinvolta in un’ altra inchiesta per un’ analoga vicenda. Sempre secondo il comando provinciale i piccoli affidati all’ educatrice erano una decina, tutti residenti nel centro di Siena. Come documentato dalle intercettazioni ambientali e dalle telecamere, il metodo educativo consisteva in nient’ altro che botte e umiliazioni: « sistematico ricorso alla violenza sia psicologica che fisica » , scrivono gli investigatori. Quando i bambini non volevano mangiare venivano imboccati a forza, con tanto di mani legate e naso tappato, in caso di bizze erano poi strattoni e percosse. Ai genitori veniva rappresentata tutta un’ altra realtà, il più delle volte tramite video su WhatsApp che ritraevano i bambini sereni e sorridenti durante giochi e lezioni. Agli stessi genitori veniva vietato di entrare nell’ asilo « per motivi igienici», e quando andavano a riprendere i figli dovevano comunicare l’ arrivo sempre tramite un messaggio Whatsapp; uno stratagemma, secondo gli investigatori, che la donna usava per prendere tempo, tranquillizzare i bambini che piangevano, cambiar loro i pannolini e nascondere eventuali segni di maltrattamento. Alla fine le giovani vittime hanno iniziato a manifestare grande agitazione e problemi di sonno, disturbi che hanno spinto le mamme a chiedere aiuto. La svolta quando alcuni passanti hanno chiamato il 112, allarmati dai pianti disperati di un bambino lasciato da solo su un terrazzo, dentro il passeggino. È scattato il controllo, al termine del quale è stata sequestrata tra le altre cose una fascia elastica sintetica usata per immobilizzare i piccoli. Poi l’ arresto in flagranza, le notti in una cella a Sollicciano e gli arresti domiciliari. Sul caso, intanto, il Codacons chiede di «indagare sulle autorizzazioni rilasciate dall’ amministrazione e sui controlli eseguiti nella struttura» e di installare sistemi di videosorveglianza negli asili, anche quelli domiciliari. – l.s. © RIPRODUZIONE RISERVATA Era già stata coinvolta in una vicenda simile, i carabinieri indagano per capire se avesse l’ autorizzazione.

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