simonetta sciandivasci Secondo il Codacons, ente savonarolesco per tendenza, il film documentario Chiara Ferragni unposted di Elisa Amoruso è immorale e «non è un modello per i giovani». Immaginate che meraviglia se venisse vietato ai minori di 18 anni, considerato che la ragazza è un «caso di studio ad Harvard». Sarebbe una metafora stupenda. Ma qui metaforiste non siamo e ci limitiamo a non vedere l’ ora di andare al cinema, tanto siamo abbastanza anziane per reggere l’ immoralità del poco che Chiara non ha mai mostrato su Instagram e ha giustamente deciso di farci vedere in sala, e poi a casa, su uno schermo che non si impalla. Ha detto alcune cose interessanti, nella conferenza stampa veneziana, alla quale ha presenziato dopo aver visitato la Biennale al seguito dell’ arazzo che ha sposato, Fedez, e soprattutto dopo aver videochiamato suo figlio, operazione che non dimentica mai di fare e di propinarci (e la colpa è nostra che, come cantava quello, siamo «un pubblico di merda» e a una che è mamma ci permettiamo di contestare qualsiasi mancanza vera o presunta come se mettesse a repentaglio la nostra sussistenza). Innanzitutto, ha detto che non si candiderà: per ora la politica non la interessa. Per ora (tremore, gelo, silenzio). Poi ha detto che si augura che suo figlio non si arrabbierà quando scoprirà che tutto il mondo ha potuto vederlo scoreggiare e ruttare da quando ha messo piedi su questo mondo (dopotutto lei non si è arrabbiata per il mancato rispetto della privacy quando ha visto i filmini che le faceva sua madre: non fa una piega, no?). Ma la cosa migliore di tutte è stata questa: «Sono un libro aperto, a una giornalista o a un’ amica rispondo allo stesso modo». Quale delle due categorie debba sentirsi elevata e quale altra, invece, affossata, decidetelo voi in base alle vostre abitudini di fiducia e ai vostri credo laici. Tuttavia, e per quanto Chiara ci sia simpatica e ci risulti ammirevole e irresistibile, anche se ci spiace dire una cosa un po’ da Codacons, è piuttosto orribile dire che si parla a un’ amica come a una giornalista. E va bene che lei vive #neverstop, però santo cielo, un po’ di cuore, se non di decenza. E separazione delle carriere.

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