PEPPERMINT: IL CODACONS SI COSTITUISCE IN GIUDIZIO E CHIEDE L?INTERVENTO DELLA PROCURA
Il Codacons scende nuovamente in campo al fianco del Garante privacy per difendere i diritti dei consumatori. Oggi l?associazione si è costituita nel giudizio promosso dalle società Peppermint e Techland nei confronti di Tiscali per avere i nomi degli utenti che avrebbero condiviso, peer to peer, files protetti dal diritto d?autore.
L?Associazione denuncia la violazione della privacy degli utenti e chiede la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica per valutare eventuali ipotesi di reato commesse dalle società ricorrenti.
Peppermint, infatti, ha ottenuto i nomi di 3.600 utenti da parte di alcuni gestori telefonici, come Telecom Italia e Wind, ai quali ha poi mandato lettere in cui richiedeva 330 euro di rimborso per evitare azioni civili e penali.
Scaricare file coperti dal diritto di autore, però, costituisce reato perseguibile d?ufficio, per cui il pagamento dei 330 euro non esclude la responsabilità penale dell?autore. Chiedere questa somma, quindi, dietro la minaccia di denuncia, potrebbe essere interpretata come volontà di costringere uno o più terzi a fare o ad omettere qualche cosa traendone un profitto o un vantaggio (art. 629 del Codice Penale).
La causa oggi è stata rinviata all?udienza del 21 settembre 2007. E? importante segnalare che una vicenda analoga, accaduta in Spagna (Promusicae c/Telefonica), è ora sotto l?esame della Corte di Giustizia Europea e l?Avvocato Generale, nelle sue conclusioni, pubblicate oggi, ha dichiarato che ?è compatibile con il diritto comunitario il fatto che gli Stati membri escludano la comunicazione di dati personali sul traffico quando è richiesta ai fini dei procedimenti civili per violazione del diritto d?autore?.
Il Codacons auspica che anche il Tribunale di Roma ritenga illegittima la comunicazione di dati richiesta da Peppermint.
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