27 Marzo 2015

Pensioni non rivalutate, la denuncia dello Spi-Cgil: “Perse 1.779 euro a persona”

Pensioni non rivalutate, la denuncia dello Spi-Cgil: “Perse 1.779 euro a persona”

    Una vera e propria tagliola si è abbattuta negli ultimi quattro anni su 5,5 milioni di pensionati a cui sono stati sottratti 9,7 miliardi di euro, pari ad una perdita media pro-capite di 1.779 euro. E’ l’ effetto, calcolato e reso noto oggi dallo Spi-Cgil, del blocco della rivalutazione delle pensioni in vigore negli anni 2012-2013 e delle modifiche apportate allo stesso meccanismo negli anni seguenti. Nel biennio 2012-2013, infatti, l’ adeguamento delle pensioni è stato bloccato per importi superiori a tre volte il trattamento minimo, ovvero circa 1.400 euro lordi. Nel biennio 2014-2015 invece l’ adeguamento è stato sull’ intero importo della pensione con una percentuale del 100% solo per tutti quelli che hanno un assegno fino a tre volte il trattamento minimo mentre decresce per le altre categorie d’ importo dallo 0,95% fino allo 0,40% .La situazione dei pensionati italiani è “tra le peggiori d’ Europa sia sul fronte del potere d’ acquisto che su quello della tassazione”, commenta il Codacons. “Accanto al blocco della rivalutazione degli assegni, sulle pensioni elargite in Italia si pone una pressione fiscale che non trova eguali in Europa” spiega l’ associazione, che contabilizza il danno in un calo del potere d’ acquisto, in 15 anni, del 35%. Dai numeri alla proposta. “Occorre correggere i meccanismi attuali di rivalutazione per non penalizzare ulteriormente i pensionati italiani. Bisogna applicare a tutti il 100% di rivalutazione fino a 5 volte il trattamento minimo, pari a 2.500 euro lordi al mese, per poi scendere al 50% per gli importi eccedenti tale cifra”, propone lo Spi-Cgil.

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