PENSIONI D’ ORO, IL GOVERNO VUOLE RISPARMIARE 2,6 MILIARDI
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fonte:
- Il Secolo XIX
ROMA. Un “buco” previdenziale di 2,6 miliardi nei prossimi dieci anni causato dai super -assegni percepiti da circa 160 mila pensionati d’ oro, soprattutto alti burocrati, dai Consiglieri di Stato ai magistrati della Corte dei Conti. Per mettere fine aun trattamento privilegiato pericoloso per i conti pubblici, il governo è pronto a presentare un emendamento alla legge di stabilità con l’ obiettivo di stoppare ibenefici legati al cumulo delle pensioni erogate dall’ Inps ad alcune categorie, come i grand commis dello Stato, ai quali finora è stato consentito di restare al lavoro anche fino a 70 o 75 anni di età pur avendo raggiunto i40 anni di anzianità contributiva. Una situazione alla quale palazzo Chigi vuole rimediare perché il tetto alle pensioni d’ oro introdotto a suo tempo dalla riforma Fornero è rimasto sulla carta nonostante dovesse entrare in vigore il primo gennaio 2012. In commissione Bilancio alla Camera sono attese anche altri emendamenti annunciati dal governo, come la riduzione del taglio di 150 milioni a carico dei patronati, che potrebbe essere dimezzato sempre che si trovino le coperture. Altra questione aperta è quella della tassazione dei Fondi pensione che è stata aumentata dall’ 11,5 al 20 per cento: il Tesoro sta valutando una parziale retromarcia abbassando l’ aliquota al 15 per cento. Ma, anche in questo caso, c’ è un problema di costi e coperture perché bisogna integrare il gettito mancante su un introito stimato di 450 milioni. Anche perché in ballo c’ è anche l’ aliquota applicata alla rivalutazione del Tfr lasciato in azienda, che è stata innalzata al 17 percento ma potrebbe essere ribassata al 14 per cento. to dallo staff economico di palazzo Chigi, è già pronto ma ancora si attende la “bollinatura” della Ragioneria generale dello Stato prima di “agganciarlo” al convoglio della legge di stabilità. L’ idea è quella di mettere un limite alle ricche pensioni cumulate dai lavoratori rimanendo in servizi anche una volta raggiunti i requisiti per lasciare il lavoro e potendo scegliere un calcolo degli assegni più vantaggioso. Secondo il Codacons, si tratta di circa 160 mila persone che possono contare su un incremento progressivo della pensione il cui importo finale sarebbe addirittura superiore a quello dell’ ultimo stipendio perce pito. E’ una situazione di vantaggio che rischia di costare all’ Inps 2,6 miliardi in dieci anni. La riforma Fornero aveva previsto una “clausola di salvaguardia”, che consentiva di restare in servizio più a lungo ma stabiliva che i lavoratori in questione percepissero a fine percorso un assegno non superiore all’ 80 per cento dell’ ultimo stipendio percepito. Una norma mai attuata, che Matteo Renzi intende ora riproporre imponendo un tetto alle pensioni d’ oro con un emendamento da inserire nella legge di stabilità. la”del Demanio sui costi degli immobili di Stato, che dovranno essere comunicati da tutte le amministrazioni entro giugno. L’ obiettivo è ridurre gli sprechi e i costi che gravano sugli immobili dello Stato o di terzi affittati a soggetti pubblici. Le amministrazioni che non forniranno i dati richiesti saranno segnalate alla Corte dei Conti. mezzato, «una caduta di 23,9 punti dal 44,5 al 20,6 per cento», grazie all’ effetto combinato del bonus di 80 euro e della decontribuzione per i neoassunti a retribuzione bassa: due misure della legge di stabilità in vigore nel 2015. Il calcolo è stato fatto dall’ Ufficio parlamentare di bilancio nel suo rapporto sulla manovra. Un altro dato, in questo caso negativo, riguarda la pressione fiscale che rischia di salire dal 43,2 al 43,6 per cento nel 2016, ai massimi dal 1995, se scatterà la clausola di salvaguardia con l’ aumento dell’ Iva.
michele lombardi
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