Pendolari, le Fs: decidano le Regioni
apertura dell’ ad al senato ipotesi stop agli aumenti solo per abbonamenti di 5 giorni
Il destino dei pendolari dell’ Alta velocità con molta probabilità lo si conoscerà oggi. La brutta notizia è che non è previsto, per ora, il congelamento dei rincari, ma non viene esclusa l’ ipotesi che possa restare invariato il costo dell’ abbonamento ma solo per la tipologia che va dal lunedì al venerdì (che prevede un incremento che oscilla dai 60 ai 90 euro). La buona notizia, invece, è che comunque si sta studiando una «soluzione transitoria per mitigare un pò» tutta la vicenda attraverso «meccanismi di occupazione degli spazi di prenotazione». In termini pratici: dando meno posti ai pendolari. L’ ad di Fs Renato Mazzoncini nel corso dell’ audizione al Senato apre a modifiche ma non arretra di un millimetro. La soluzione, in realtà, ce l’ ha in tasca. E ne ha parlato anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio. L’ idea è quella di utilizzare la rete Av, oggi a mercato, in un contratto di servizio, al pari degli Intercity. Ma per poterlo estendere all’ Av occorre aprire un tavolo in Conferenza Stato Regioni. Potrebbe essere l’ unica soluzione sempre che ci siano i fondi. Subito condivisa dal Codacons. Mazzoncini al Senato ha cercato di smorzare i toni della polemica scoppiata dopo i rincari (fino al 35%) che hanno mandato su tutte le furie i pendolari. Ma non ha convinto tutti. Il presidente della Commissione trasporti Altero Matteoli resta dell’ idea che gli aumenti vanno bloccati. Sulla stessa linea il gruppo misto. Mazzoncini ha spiegato di aver riflettuto molto su questa vicenda, cercando di mettersi nei panni dei pendolari: «Il problema fondamentale è che noi siamo di fronte ad una tipologia di clienti del tutto nuova», il pendolare dell’ alta velocità, ha spiegato Mazzoncini, ricordando tuttavia che questa fetta è appena l’ 1% di tutta la popolazione complessiva dei pendolari dei servizi ferroviari. Diversamente dagli altri, però, questi viaggiatori non hanno «certezza né del servizio, né del prezzo, perché si tratta di un servizio a mercato». E quest’ assenza di certezza è confermata dal fatto che nel 2015 – spiega – l’ altro operatore sull’ alta velocità, Ntv, ha deciso di togliere gli abbonamenti. Per Trenitalia è difficile sostenere tratte come la Torino-Milano e la Napoli-Roma, dove il numero di abbonati satura interamente la capacità del treno. Due gli esempi fatti dall’ ad di Fs: la Torino- Milano delle 7.20 dove gli abbonamenti raggiungono il 92%. Sul Napoli-Roma delle 6.10 gli abbonamenti raggiungono il 93% della capacità. Con questi dati – osserva Mazzoncini – «quel singolo treno è in perdita enorme».Anche se i pendolari pagano. E, quei 20 treni «totalmente occupati da abbonati e in perdita» se non sarà certo lui a cancellarli, «qualcuno che arriva e li cancella ci sarà di sicuro». Di qui la necessità di una soluzione che risolva il problema in maniera «definitiva». Federconsumatori e Comitato nazionale pendolari Av, intanto, hanno presentato all’ Antitrust una segnalazione per abuso di posizione dominante da parte di Trenitalia nella quale si chiede all’ Autorità di disporre in via d’ urgenza la sospensione degli aumenti e di accertare la posizione di dominanza della società nell’ offerta dei servizi di trasporto ferroviario. Oggi è fissata la Conferenza Stato-Regioni. I pendolari restano sul piede di guerra e attendono la soluzione. Entro il 31 devono rinnovare l’ abbonamento, ma a quali costi? Mazzoncini ipotizza anche l’ introduzione di un «ticket trasporti» per le aziende sul modello di quanto sta già facendo la Francia. Invece dei buoni pasto un buono trasporti da inserire in un eventuale contratto integrativo. Alla fine il problema resta. Sono già decine le persone che a Napoli e a Salerno hanno deciso di optare per altre soluzioni piegandosi a una vita sempre più infernale pur di lavorare. © RIPRODUZIONE RISERVATA.
elena romanazzi
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