19 Agosto 2013

Pecora: razionalità nelle prescrizioni di farmaci

Pecora: razionalità nelle prescrizioni di farmaci

Le presunte iper prescrizioni effettuate dai medici di famiglia siciliani su tre categorie di farmaci – gastroprotettori, antidiabetici e statine – sono nel mirino dell’ Asp di Catania, che ha già operato verifiche negli studi privati chiedendo il rimborso per il numero di ricette superiori a quelle consentite. Da qui scaturisce lo scontro fra Asp e Snami provinciale (il sindacato nazionale autonomo dei medici di famiglia). E il Codacons giudica la condotta dell’ Asp «lesiva e vessatoria dei diritti del medico e dei malati». Ciascun medico, infatti, potrebbe assumere «un comportamento difensivo tale da limitare o evitare le prescrizioni ai malati, unici capri espiatori della vicenda» e per tali motivi si dichiara «al fianco dei medici di famiglia per dare inizio a una battaglia legale che coinvolgerebbe anche l’ assessorato regionale alla Sanità». L’ unico ente che fino a oggi ha presentato denuncia è lo Snami. «Si è creata una situazione inconcepibile», dice Francesco Pecora, presidente provinciale del sindacato. «La prescrizione deve rispondere solo all’ esigenza terapeutica del malato, mantenendo un criterio di razionalità. L’ Asp, o chi per essa, non deve lucrare sulle presunte somme erogate in eccesso. Pertanto la richiesta economica appare ingiustificata e il criterio utilizzato del costo medio del farmaco nell’ anno, oltre a essere errato è anche arbitrario». C’ è da dire che il sindacato non tutela i medici difamiglia che violano le norme giuridiche abusando del proprio potere. «Lo Snami – aggiunge Pecora – ha provato a dialogare con l’ Asp, ma ogni tentativo di comunicazione è stato vano. Ora è l’ Asp che chiede il dialogo. Non solo l’ azienda sanitaria provinciale vuole addebitare al medico l’ iper prescrizione, senza alcun contradittorio, ma intende recuperare somme di denaro sproporzionate in relazione al presunto danno subito. Dal testo dell’ accusa si evince quanto superficiale e sommaria sia la giustizia che si pretende di applicare. Le regole vanno rispettate e non strumentalizzate». Come ridurre, allora, la spesa farmaceutica di 7 punti superiore alla media nazionale, senza interferire con l’ autonomia terapeutica dei medici di famiglia? «Occorre che Asp e Snami concordino sui criteri dell’ iper prescrizione: è utile segnalare la categoria che ha bisogno di consumi farmaceutici superiori alla media. Ritengo comunque che la sanità non debba risparmiare sulla salute dei malati. Ma al di là di ogni discussione ci sono difetti di base da correggere. Bisogna ricostituire un equilibrio fra territorio e aziende ospedaliere, occorre spendersi nella formazione medica, nonché educare il paziente ad attenersi alle dosi di somministrazione del farmaco indicate dal medico». «Come medico sono dalla parte delle regole, senza dimenticare che lavoro per i pazienti. Come sindacalista, invece, dalla parte dei medici e della loro dignità. Siamo schiavi di regolamenti cervellotici e super burocratici che appiattiscono il lavoro. Non esiste più l’ individuo da curare ma un malato standard a cui applicare regole precostituite. Il paziente, di contro, è scoraggiato. È l’ unica vittima del sistema. Un medico di famiglia, in genere, firma dalle 70 alle 200 ricette al giorno e per ognuna corre il rischio di essere perseguito se non addirittura perseguitato. Abbiamo perso la nostra anima professionale per l’ incapacità gestionale del sistema sanitario».

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