4 Maggio 2011

Parmalat sceglie gli advisor per valutare l’ opa di Lactalis

ROMA – Parmalat sceglie gli advisor per valutare l’ opa di Lactalis giudicata per il momento «non sollecitata nè concordata».
Sull’ opa le associazioni di consumatori Codacons e Utenti Servizi Finanziari, Bancari e Assicurativi hanno presentato un ricorso al Tar del Lazio perchè viola i principi di trasparenza: il gruppo agro-alimentare dei Besnier non pubblica i bilanci.
Il consiglio di Collecchio riunito nella nuova sede in via Podgora a Milano, ha incaricato per la valutazione dell’ opa Goldman Sachs come advisor finanziario e gli studi legali Shearman & Sterling, Lombardi Molinari & associati, Legance per la parte legale.
In particolare Shearman & Sterling, studio con sede a San Francisco che in Italia ha acquisito un pool di professionisti proveniente da Latham & Watkins, dovrebbe occuparsi dei rapporti con l’ Antitrust europeo: la comunicazione al mercato con l’ annuncio dell’ opa è stata fatta in base all’ art.
102 del Testo unico sulla finanza ed è condizionata all’ assenza di vincoli da parte dell’ Autorità di Bruxelles in Europa, Australia e Sud Africa.
Il board sarebbe durato meno di un’ ora.
Quasi tutti presenti fisicamente, alcuni erano collegati in video-conferenza.
I consiglieri avrebbero condiviso tutti la proposta formulata da Enrico Bondi riguardo la scelta dei consulenti.
Prima di esprimersi sull’ offerta si preferisce però, attendere il prospetto informativo consegnato venerdì scorso alla Consob.
La Commissione che ha 15 giorni di tempo, sarebbe intenzionata a dare il suo parere in tempi più rapidi di quelli previsti.
E’ possibile quindi che in occasione del prossimo consiglio di Parmalat in programma giovedì 12 per l’ approvazione della trimestrale, si conosca il responso Consob.
In base all’ art.
103 del Testo unico della finanza, l’ Emittente dovrà dare una raccomandazione agli azionisti sulla congruità del prezzo.
Lactalis ha offerto 2,6 euro ad azione.
Anche se ieri nel board non si sarebbe discusso di prezzo, informalmente Bondi avrebbe ripreso i colloqui avuti con alcuni consiglieri nei quali ha fatto trasparire la sua titubanza rispetto ai 2,8 euro riconosciuti ai tre fondi esteri (MacKenzie, Zenit, Skagen) dai quali Lactalis ha rilevato il primo 15,3% del 28,9% attualmente detenuto.
Si profila quindi la possibilità che il giudizio sull’ offerta sia di non congruità, e quindi si sollecita un ritocco.
Per il momento Collecchio ha bollato l’ iniziativa di Lactalis: «non è stata nè sollecitata nè concordata».
Ieri Palazzo Chigi ha dovuto chiarire il senso di alcune affermazioni attribuite a Silvio Berlusconi: il premier ha ricordato «si è trattato di un’ operazione in regola con le norme del mercato», un’ interpretazione diversa da quella girata in mattinata secondo la quale Berlusconi avrebbe appreso da Giuseppe Vegas che l’ offerta di Lactalis è corretta.

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