Parmalat: l’ Opa di Lactalis? Il prezzo non è congruo
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fonte:
- Avvenire
DA MILANO Il prezzo di 2,6 euro offerto da Lactalis per Parmalat «non è congruo ». Il Cda di Parmalat, riunito ieri nella sede milanese, ha espresso un giudizio negativo rispetto alla proposta fatta dai francesi per accaparrarsi il restante 71% dell’ azienda di Collecchio, dopo essere salita al 29%. Un giudizio atteso da giorni, dopo il via libera dato dalla Consob al prospetto presentato da Sofil per Lactalis, che ha messo sul piatto 3,4 miliardi. Questo «non rappresenta il valore del capitale economico di Parmalat nel contesto di un’ operazione di presa di controllo», dice in una nota il Cda del gruppo di Collecchio che, all’ unanimità, ha espresso la propria valutazione dopo «l’ analisi svolta dall’ advisor finanziario Goldman Sachs International ». Il Cda non ha comunque indicato alcun prezzo per l’ Opa. Ma è chiaro che guarda ai 2,8 euro pagati dal gruppo della famiglia Besnier per rilevare il 15,4% dai tre fondi esteri (MacKenzie, Skagen e Zenit). L’ altro ieri, dopo aver raccolto l’ ok dei sindacati sul piano di crescita di Parmalat, il presidente di Lactalis Italia, Antonio Sala, ha ribadito: «Tutto quello che stiamo facendo è spiegato nel documento presentato alla Consob», escludendo la possibilità che venga considerato l’ ingresso di un socio italiano. E su eventuali ritocchi al prezzo dell’ Opa non ha lasciato dubbi: «Il prezzo è quello». L’ indicazione del Cda di Parmalat non ha valore vincolante. E’ un giudizio che può orientare l’ azionariato, ma che non comporta contro- decisioni di Lactalis. Così è probabile che il gruppo francese proseguirà per la sua strada. Il periodo di adesione all’ Opa, così come concordato con Borsa Italiana, avrà inizio il 23 maggio e terminerà l’ 8 luglio. Con questo calendario Lactalis si presenterà all’ assemblea degli azionisti di Parmalat a fine giugno (25-28 giugno) con la partecipazione pre-Opa. I francesi voteranno quindi con il 28,9% attualmente in portafoglio. E questo potrebbe lasciare spazio a qualche contromossa da parte dell’ attuale Ad Enrico Bondi e di Intesa Sanpaolo che partecipano con una lista per il rinnovo del board. Anche se i francesi dovrebbero in ogni caso riuscire a conquistare 9 consiglieri su 11. Il mercato non crede in ulteriori scommossi: così le contrattazioni da giorni stazionano ormai attorno al prezzo proposto da Lacatlis. Ieri il titolo del gruppo di Collecchio ha lasciato sul campo lo 0,15% a 2,61 euro. Sull’ Opa di Lactalis oggi si esprimerà stamattina anche il Tar del Lazio, che dovrà valutare se accogliere o meno il ricorso presentato da Codacons e Adusbef per chiedere la sospensione dell’ intera operazione. Alla base del ricorso, la violazione dei principi del Testo Unico della Finanza e del Regolamento emittenti, e le carenze sul fronte della trasparenza che non consentono scelte consapevoli per nessuno dei soggetti coinvolti nell’ Opa: investitori, Parmalat, parti sociali e consumatori. Sullo sfondo resta infine la l’ inchiesta avviata dalla procura di Milano per insider trading e aggiotaggio su tutta l’ operazione Parma-lat, e che vede indagati Fabio Cané (Intesa) e la moglie Patrizia Micucci (Société Générale), Carlo Salvatori (Lazard), Massimo Rossi (Fondi esteri), e direttamente Intesa Sanpaolo, la sede italiana di Société Générale e Lazard, in base alla legge 231 sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche sulle condotte illecite di propri dirigenti.
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