18 Maggio 2011

Parmalat boccia l’ Opa di Lactalis. E’ giallo sul rilancio. Lunedì parte l’ offerta

Parmalat boccia l’ Opa di Lactalis. E’ giallo sul rilancio. Lunedì parte l’ offerta
 

E’ solo questione di dettagli. Sono i piccoli particolari quelli che faranno la differenza nella disfida di Collecchio. Il messaggio inviato dal Cda di Parmalat non lascia spazio alle sbavature. I consiglieri di amministrazione del board hanno bocciato l’ Opa lanciata dai francesi della Lactalis. Lo hanno fatto all’ unanimità, dopo oltre tre ore di consiglio. I vertici del gruppo guidato dall’ amministratore delegato, Enrico Bondi, hanno fatto quadrato su quei 2,6 euro per azione messi sul piatto dalla famiglia Besnier per conquistare il controllo della multinazionale emiliana del latte. Per loro non sono abbastanza. Da Collecchio hanno serrato i ranghi, lanciando il guanto di sfida allo "straniero". Nelle pieghe di un comunicato stringatissimo affiora una precisa indicazione: l’ Opa francese è ostile, anche se non è scritto a chiare lettere. Nessuna indicazione è emersa su quale sia il prezzo ritenuto congruo per far passare l’ operazione. Il consiglio ha, infatti, ritenuto all’ unanimità che, considerata l’ analisi svolta dall’ advisor finanziario Goldman Sachs, il corrispettivo offerto dalla Lactalis non rappresenti il valore del capitale economico di Parmalat nel contesto di un’ operazione di presa di controllo. In altre parole, secondo Bondi & Co l’ offerta – che partirà il prossimo 23 maggio – andrebbe rivista al rialzo, magari avvicinandola a quei 2,80 euro pagati per rilevare il 15,4% dai tre fondi nelle scorse settimane. Il che significherebbe alzare il controvalore massimo dell’ Opa di altri 260 milioni di euro fino a 3,63 miliardi. Una cifra che però i francesi non hanno alcuna intenzione di tirar fuori. Quanto espresso dal Cda di Parmalat non è altro che una raccomandazione che non avrà ricadute sullo svolgimento dell’ Opa. Delle indicazioni arrivate da Collecchio dovrà però tenerne conto la Consob: studiarle nel dettaglio, darne una valutazione e poi annunciarla al mercato. Ai francesi per chiudere la partita emiliana basta raggiungere una quota del 55% del capitale di Parmalat in modo da centrare una delle condizioni d’ efficacia dell’ operazione. Se Bernier&Co. raggiungesse questa soglia, conquiresterebbe la maggioranza assoluta di Collecchio limitando l’ intervento delle banche a poco più di un miliardo, anzichè i 3,4 miliardi nell’ ipotesi di adesione totalitaria. A fine giugno in occasione del rinnovo del board, i francesi si presenteranno forti del loro 29% di Parmalat. Una posizione che gli permette di nominare la maggioranza dei consiglieri. Ad ogni modo oggi i fari del mercato saranno puntati sul Tar del Lazio che dovrà esprimersi sull’ esposto presentato dal Codacons e dall’ Associazione Utenti Servizi finanziari, bancari e assicurativi. Le due associazioni che difendono gli interessi dei consumatori hanno chiesto che l’ Opa venga sospesa sulla base di presunte violazioni dei principi del Testo Unico della Finanza e del Regolamento emittenti, e delle carenze sul fronte della trasparenza che non consentono scelte consapevoli per nessuno dei soggetti coinvolti nell’ Opa: investitori, Parmalat, parti sociali e consumatori. Sempre il Codacons ha inviato un esposto al Pm di Milano, Francesco Greco, chiedendo il sequestro del provvedimento col quale la Consob ha autorizzato l’ Opa di Lactalis. Greco è il Pm che ha iscritto nel registro degli indagati le tre banche (SocGen, Lazard e Intesa SanPaolo) e i rispettivi manager che hanno gestito la vendita del pacchetto dei fondi esteri a Lactalis.

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