Palermo, un’ attesa lunga trent’ anni Arriva il rimborso statale per 6 medici
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fonte:
- Giornale di Sicilia
Hanno aspettato quasi trent’ anni, ma alla fine l’ hanno spuntata: meglio tardi che mai, quando si tratta di ottenere un centesimo dallo Stato. Sei medici palermitani, ormai tutti over 50, che si specializzarono nel periodo compreso tra il 1983 e il 1991, hanno ottenuto il riconoscimento delle borse di studio e del diritto di vedersi pagate le retribuzioni loro dovute per il periodo di formazione. In Italia lo stesso sognodi avere gli arretrati è inseguito da migliaia di loro coetanei. Solo in Sicilia, secondo un calcolo fatto tre anni fa, i potenziali interessati erano 17.381. In Italia sono centinaia di migliaia. Ma lo Stato resiste e invoca la prescrizione, mannaia per moltissimi ricorrenti. In questo caso, invece, i sei vincitori della causa sono riusciti ad ottenere ragione. Erano ragazzi, quando avrebbero dovuto ottenere la bellezza di 21 milioni 500 mila lire all’ anno, che per l’ epoca in cui studiarono dopo la laurea (’83-’91) era comunque una somma niente male. Sono tutti anziani nella professione e nell’ età, molti con i capelli bianchi, ora che hanno ottenuto l’ equivalente in euro di quella cifra: 11.103,82, sempre per ciascuno dei 3 o 4 anni di specializzazione. Il totale, comprensivo di interessi, è di cinquantamila euro a testa, assegnati ai ricorrenti dal giudice monocratico della seconda sezione civile del tribunale di Roma, Giuseppe Cricenti. I sei sono assistiti dagli avvocati Giorgio e Rosario Milazzo, che hanno fatto da apripista in tutto il Paese. La causa è stata mossa al Policlinico di Palermo e alle Università di Pisa, Genova, Pavia e Milano, in cui i sei si sparpagliarono per diventare quel che sono adesso: ci sono due ginecologi, un ortopedico, un fisiatra, un diabetologo e un oncologo. La questione giudiziaria ruota attorno a un paio di punti fondamentali: la prima riguarda la norma che aveva riconosciuto il diritto a una adeguata retribuzioneper gli specializzandi, introdotta a livello europeo da una direttiva dell’ allora Cee, la numero 75/363/Cee del 16 giugno 1975. Sarebbe stato compito dello Stato italiano farla propria e renderla applicabile anche nel nostro Paese: cosa che però non avvenne fino al 1991. Da qui la palese disparità tra coloro che iniziarono a specializzarsi dopo il ’91 e coloro che l’ avevano fatto prima. L’ altra questione è la prescrizione: quinquennale o decennale che fosse, era passato troppo tempo, dall’ epoca dei fatti. I risarcimenti costano milioni e lo Stato ha fissato un termine, che è scaduto nell’ ottobre 2009: solo chi ha agito prima con un atto interruttivoha diritto a proseguire le cause. Ma la questione è superabile _ sostiene l’ avvocato Giorgio Milazzo _ perché in realtà ancor oggi la norma europea non è stata interamente recepita e dunque il diritto ad agire per l’ ingiustificato ritardo da parte dello Stato non si è esaurito. Proprio dalla Sicilia è partita la battaglia giudiziaria nazionale. Per le azioni civili risarcitorie è stata costituita anche un’ associazione ad hoc, la Consulcesi, e anche il Codacons si è impegnato in vere e proprie class action, molte delle quali vittoriose. Finora ci sono stati circa cinquemila risarcimenti, per 265 milioni.
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