Palazzo dei Bruzi, 120 mila euro per il voto
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fonte:
- Gazzetta del Sud
Domenico Marino Anche Palazzo dei Bruzi guarda con una certa inquietudine all’ incertezza istituzionale romana col voto che si avvicina a passi veloci. Perché la chiamata alle urne pesa non poco pure sulle casse municipale. Diamo i numeri «In caso di nuove elezioni in autunno, gli italiani si troverebbero a sostenere nel 2018 una maxi-spesa per complessivi 1,2 miliardi di euro solo per costi della politica. I calabresi dovrebbero sopportare ben 40 milioni di euro». Lo denuncia il Codacons, che aggiunge: «La mancata formazione di in un esecutivo ha prodotto il blocco dei lavori parlamentari, ma Camera e Senato continuano a produrre costi immensi. Nel dettaglio dalle ultime elezioni del 4 marzo ad oggi il Parlamento tra spese vive, compensi a dipendenti, deputati e senatori, e tutti gli altri costi per mantenere in vita le due camere, è costato complessivamente 379,7 milioni di euro, pur non svolgendo alcun tipo di attività. A tale spesa occorre aggiungere l’ organizzazione di nuove elezioni in autunno, considerato che con ogni probabilità il Governo Cottarelli in via di definizione non otterrà i numeri in Parlamento. Per ogni chiamata alle urne lo Stato spende circa 400 milioni di euro per l’ organizzazione dei seggi e tutte le altre spese connesse. Questo significa che la doppia tornata elettorale (prima quella del 4 marzo, poi quella in autunno) produrrà costi a carico della collettività per un totale di 800 milioni di euro». Secondo il coordinamento dei consumatori «l’ impasse di Governo, quindi, costerà agli italiani complessivamente circa 1,2 miliardi di euro nel 2018 solo per costi della politica, tra blocco del Parlamento e spese organizzative delle elezioni». Costi bruzi Sono molte pure le uscite comunali legate al voto di marzo. A esempio c’ è stato un impegno di spesa di 225mila euro per la liquidazione delle prestazioni straordinarie delle varie strutture dell’ ente impegnate nelle procedure elettorali. Ma poi la somma effettivamente necessaria, e quindi pagata, è stata meno della metà: 101.430,90 euro. Cui bisogna aggiungere 4.590,65 euro quale quota dovuta per il funzionamento della commissione elettorale circoscrizionale e delle eventuali sottocommissioni. Pagano meno gli altri municipi coinvolti. E precisamente: 610 euro Mendicino, 228 Carolei, 685 Casali del Manco, 190 Celico, 216 Cerisano, 62 Domanico, 65 Lappano, 610 Mendicino, 91 Pietrafitta, 203 Rovito,105 San Benedetto Ullano, 241 San Pietro in Guarano, 296 Spezzano Sila, 163 Zumpano. Palazzo dei Bruzi ha inoltre liquidato 305 euro a una cooperativa per la pulizia straordinaria dei seggi elettorali il 4 marzo e 342 euro a un’ altra ditta, di Messina, per la pulizia straordinaria degli uffici comunali Anagrafe, Stato civile ed Elettorale. Ha pagato 261 euro per l’ acquisto di due fari da 100 W, 2.012,63 euro a una ditta cittadina per la fornitura di cancelleria utile al lavoro elettorale. Ancora, 8.540 euro per il servizio di pulizia, trasporto, montaggio e smontaggio tabelloni elettorali, allestimento seggi e assistenza manutentiva durante la consultazione elettorale. Poi 1.130,94 euro per l’ acquisto di toner e nastri, 4.270 euro per il supporto tecnico acquisizione dati elettorali, 585,60 euro per l’ installazione e la configurazione dello switch presso l’ ufficio elettorale, 549 euro a un a srl di Roma per il servizio di reperibilità durante le elezioni politiche, 500 euro per la fornitura di stampanti, 1.468 e 261 euro per la fornitura di materiale elettrico. Scusate se è poco…!
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