26 Ottobre 2000

Palazzo Chigi, per la gara Umts arriva la Finanza

In programma oggi un vertice tra i magistrati della procura di Roma e le Fiamme Gialle

ROMA – Da ieri sera tutta la documentazione della gara per l?assegnazione delle licenze Umts (Universale mobile telecommunications system, i telefonini di nuova generazione) è nelle mani della magistratura ordinaria e contabile. Due distinti gruppi di agenti (una trentina di uomini in tutto) della Guardia di Finanza, uno su mandato della Procura della Repubblica di Roma, l?altro su ordine della Procura regionale del Lazio della Corte dei Conti, hanno acquisito atti e documenti sia a Palazzo Chigi, sia ai ministeri del Tesoro e delle Comunicazioni. Dentro il palazzo del governo in tanti, fra impiegati e funzionari, non si sono accorti della visita delle forze di polizia. Tutti i documenti sono stati prontamente esibiti. L?inchiesta della magistratura ordinaria, al momento ancora «contro ignoti», è diretta dal procuratore capo Salvatore Vecchione, affiancato dall?aggiunto Pasquale Lapadura e dai sostituti Salvatore Vitello e Rodolfo Sabelli. L?indagine tende a verificare la sussistenza dei reati di aggiotaggio e di turbativa d?asta. I documenti raccolti dalla Guardia di Finanza sono stati acquisiti e non sequestrati: per questo sono bastate fotocopie autenticate dai dirigenti dei diversi servizi ministeriali.
A Palazzo Chigi, in particolare, gli agenti delle Fiamme Gialle si sono recati presso la segreteria tecnica del Comitato dei ministri per l?Umts, e hanno acquisito fra gli altri la nota scritta dal presidente del consorzio Blu, Giancarlo Elia Valori, al ministro delle Telecomunicazioni Salvatore Cardinale. Una missiva riservata, inviata il 14 ottobre, che avrebbe potuto mettere in guardia il governo rispetto al buon esito della gara e che costituisce una delle violazioni dell?obbligo di riservatezza dei concorrenti, in base alle quali il governo ha deciso di trattenere i 4.000 mila miliardi di fidejussione di Blu.
Oggi i magistrati del pool della Procura di Roma terranno un vertice con gli investigatori delle Fiamme Gialle. Dopo una prima ricognizione degli atti acquisiti potrebbero essere fissati i primi interrogatori. Potrebbero essere ascoltati Giorgio Guidarelli, responsabile della gara, il ministro delle Telecomunicazioni Salvatore Cardinale, il sottosegretario dello stesso dicastero Michele Lauria, presidenti e amministratori dei consorzi che hanno partecipato alla gara. Fra tutti, probabilmente, anche il presidente di Blu, Giancarlo Elia Valori.
Procede su due fronti invece la Corte dei Conti. La procura regionale del Lazio tende a verificare se vi sia stato un «danno erariale»: «Il danno – ha detto ieri, nel giorno del suo insediamento, il presidente della Corte Francesco Staderini – potrebbe essere costituito dall?esito deludente della gara. E che lo sia stato, rispetto alle attese, è abbastanza evidente, dato che c?è stato un solo rilancio. Che poi questo esito sia conseguenza di errori o di scorrettezze sarà l?indagine a doverlo accertare. Il danno erariale è ancora solo una presunzione». Ma la magistratura contabile, ha precisato lo stesso Staderini, «si occuperà del caso anche in sede di controllo e il servizio relazioni con il Parlamento si è già attivato per acquisire la documentazione onde riferire alle Camere». Ultima ipotesi, ha concluso Staderini: «La Corte dei Conti potrebbe autonomamente decidere di condurre un?indagine ad hoc sulla gestione della gara».
Anche la magistratura amministrativa si occuperà della vicenda. Ieri il Codacons ha presentato un secondo ricorso al Tar del Lazio per chiedere l?annullamento, previa sospensione, della delibera con cui il governo ha dichiarato valida la gara. Secondo l?associazione a difesa dei consumatori, fra i diversi vizi giuridici dell?asta condotta dal governo, anche la presenza di estranei nel momento in cui il Comitato dei ministri ha deciso di dichiarare chiusa la gara. Tra questi, secondo il Codacons, un avvocato difensore del Crediop, anche se, si legge nel ricorso, «l?advisor non aveva alcuna competenza in questa fase e in questa decisione».
Ma la battaglia del Codacons contro il governo non si ferma qui. Con un?istanza urgente, presentata ai magistrati della Procura di Roma, l?associazione ha chiesto il sequestro delle licenze e della fidejussione versata da Blu: «La consegna delle licenze, che dovrebbe avvenire nelle prossime ore – protesta l?associazione – determinerebbe il consolidarsi del diritto dei vincitori a esercitare le licenze e l?avvio immediato dell?installazione di circa 50 mila nuovi impianti, di cui almeno 10 mila possono essere costruiti anche in 48 ore».

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