Pagamenti con carta, verso multe per chi non accetta bancomat
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- Help Consumatori
Verso le multe per chi non accetta i pagamenti con carta. Un emendamento al dl Recovery all’esame della Commissione Bilancio alla Camera introduce per i commercianti una multa di 30 euro, più il 4% del valore della transazione rifiutata, per la mancata accettazione di pagamenti con bancomat o carte di credito. La misura colmerebbe così un obbligo rimasto senza sanzione.
Da anni infatti esercenti e professionisti hanno l’obbligo di accettare i pagamenti elettronici ma di fatto, finora, non è mai stata prevista una sanzione per quanti non si adeguano. Non ci sono insomma multe se il pagamento con carta viene rifiutato.
Sanzione per chi rifiuta i pagamenti con carta
Come informa l’Ansa, un emendamento al dl Recovery all’esame della Commissione Bilancio della Camera, riformulato dai relatori in base alle proposte di Stefano Fassina (Leu) e Rebecca Frassini (Lega), prevede una sanzione di minimo 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione del pagamento, per tutti i soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, che non accetteranno i pagamenti elettronici.
L’obbligo riguarda commercianti, artigiani, ristorazione, professionisti vari (come avvocati, medici, notai) e attività ricettive. Che dovranno avere un Pos abilitato almeno con una tipologia di carta di credito o bancomat.
Se la misura verrà approvata, dal 1° gennaio 2022, spiega l’AdnKronos, chi non ha Pos o rifiuta i pagamenti con carta riceverà una sanzione amministrativa di 30 euro più il 4% del valore della transizione che non ha accettato. Ad esempio, spiega l’AdnKronos, chi non accetta di incassare un caffè da 1 euro con il bancomat, pagherà 30,04 euro di multa per ogni transazione negata.
Codacons: senza multa obbligo inefficace
È una misura che piace al Codacons. «Già a partire dal 2014, grazie al decreto legge numero 179/2012 del Governo Monti, era stato introdotto in Italia l’obbligo per negozianti e professionisti di accettare i pagamenti con Pos, misura poi confermata ed estesa a partire dall’1 luglio 2020 dal decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio (n. 124/2019) – spiega il presidente Carlo Rienzi – Nessuna delle due norme, tuttavia, aveva introdotto sanzioni per gli esercenti che rifiutavano pagamenti con carte e bancomat. Questo ha portato ad una situazione paradossale in cui ancora oggi numerosi negozianti in tutta Italia, pur possedendo il Pos, impediscono ai clienti di pagare con moneta elettronica, consapevoli che non andranno incontro ad alcuna multa».
«Ora finalmente le cose potrebbero cambiare e, grazie alle sanzioni per chi rifiuterà i pagamenti digitali, sarà possibile rendere davvero efficace la misura che introduce l’obbligo per gli esercenti di accettare i pagamenti con Pos».
Confesercenti: sanzioni inopportune
Per Confesercenti le sanzioni sono invece un provvedimento inopportuno. Meglio tagliare i costi della moneta elettronica, soprattutto quelli dei piccoli pagamenti.
«L’introduzione di sanzioni per chi non accetta pagamenti in moneta elettronica ‘di qualsiasi importo’ è del tutto inopportuna: il peso delle commissioni, in particolare sui piccoli pagamenti, è ancora troppo elevato. Proprio per questo più di un esecutivo, negli anni recenti, aveva promesso un taglio delle commissioni sulle micro-transazioni. Uno ‘sconto’ che a quanto pare è stato dimenticato», commenta Confesercenti di fronte all’emendamento e alla previsione di una multa di 30 euro più il 4% del valore della transazione per chi non accetta pagamenti in moneta elettronica.
La sigla paventa difficoltà soprattutto per attività come distributori di carburanti, tabaccai e bar. Fra il 2014 e il 2020, rivendica, «i POS nelle imprese sono praticamente raddoppiati, passando da 1,8 a 3,4 milioni (+90%). Solo negli ultimi tre anni, dal 2018 al 2021, il volume delle transazioni con carte di debito è passato da 30,6 miliardi a 44,5 miliardi. Un boom che, inoltre, non ha trovato un riscontro proporzionale nel gettito derivante dalla lotta all’evasione».
«Se si vuole favorire ulteriormente la diffusione della moneta elettronica, obiettivo condiviso da Confesercenti, visti gli oneri ed i rischi connessi alla gestione del contante, si deve agire – conclude la sigla – abbassando i costi di esercizio della moneta elettronica, per le imprese e per le famiglie. A partire dai piccoli pagamenti sotto i 50 euro, che dovrebbero essere resi completamente esenti da commissioni».
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