4 Dicembre 2017

IL PAESE REALE E QUELLO DEI CAVILLI

 

Fabio Bogo Dopo il gasdotto Tap, il governatore della Puglia Michele Emiliano ci riprova: con un ricorso presentato al Tar impugna il decreto che concede una proroga all’ Ilva per effettuare gli interventi ambientali previsti per l’ acciaieria di Taranto. Insorgono governo e sindacati: senza la proroga si spegne l’ altoforno e il nuovo proprietario Arcelor Mittal non potrà impossessarsi dell’ impianto e fare le bonifiche previste dal contratto. La contesa è aspra e ancora una volta ha come protagonista il Tar, che diventa sempre più il posto dove – con metafora calcistica – buttare la palla in angolo per guadagnare tempo e visibilità politica. La casistica degli ultimi 12 mesi è impressionante per frequenza, motivazione ed esito delle vertenze. Hanno cominciato a dicembre del 2016 alcuni azionisti dei banche popolari: la riforma che le trasformava in spa aveva profili di incostituzionalità. Il Tar dà loro ragione, il Consiglio di Stato conferma. Così una piccola ridotta, composta da Sondrio e Bari, rimane con il vecchio modello (e Bari, tra l’ altro, non se la passa proprio bene). Tutte le altre banche, invece, cambiano passo e si aggregano, diventando più solide. Ad aprile invece il Tar del Lazio aiuta la Puglia a bloccare l’ espianto degli ulivi posizionati dove passa il gasdotto Tap: i ricorrenti guadagnano poco tempo, perché prima il Consiglio di Stato e poi la Corte Costituzionale danno ragione al governo: il gasdotto può passare di lì. Settimane buttate via per un piccolo ritorno di popolarità che non cambia l’ esito delle primarie Pd. La sindaca di Roma Virginia Raggi contesta il progetto con il quale il ministro Franceschini istituisce il Parco archeologico del Colosseo. Ricorso al Tar e vittoria: iniziativa bloccata. Poi però il Consiglio di Stato ribalta la sentenza: il Parco è legittimo e si può fare. Il Consiglio di Stato smentisce il Tar anche sulla vicenda dei direttori stranieri e ne reintegra 5 sui 10 considerati illegittimi dall’ organo amministrativo del Lazio. E boccia ancora il Tar e risarcisce la sindaca Raggi sui centurioni: lei li caccia dall’ area archeologica, il Tar li reintegra, il Consiglio di Stato ribalta la sentenza e li allontana. Di questi testa-coda la cronaca è ricchissima. Protestano e perdono i forestali che non voglio essere accorpati ai Carabinieri, protesta e perde il Codacons che non vuole un McDonald’ s non lontano dal Vaticano. E si litiga anche sulle benedizioni a scuola. Un istituto di Bologna le introduce, facoltative e fuori dalle lezioni; il Tar dà ragione a chi le contesta e decide di bloccarle; poi interviene il Consiglio di Stato e “scomunica” il Tar: “sono legittime. Morale: mentre il Paese reale fatica ad andare avanti, in quello dei cavilli c’ è sempre un Tar davanti a cui combattere le proprie guerre di religione. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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