Padoan promette meno tasse in cambio di meno welfare
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fonte:
- Ilgarantista.it
Sul fronte tasse nella legge di stabilità «bisogna cercare di capire come immaginare facilitazioni fiscali per il Sud». Lo anticipa il ministro dell’ Economia Pier Carlo Padoan nel suo intervento al Meeting di Rimini. «Rendiamo facile la vita a chi rischia le proprie risorse per creare ricchezza e fornire nuova occupazione», aggiunge indicando uno dei principali obiettivi dell’ azione di governo. «L’ abbattimento delle tasse dà benefici osserva- se chi ne gode è convinto che sia permanente: il taglio deve essere credibile e per questo va fatto abbattendo le spese». L’ obiettivo della riduzione del carico fiscale «deve essere accrescere l’ occupazione, aiutando le imprese ad assumere di prattutto uno microeconomico che riesca a cambiare i comportamenti delle imprese e delle famiglie. Se questo cambiamento non avviene la ripresa della crescita resterà debole e insoddisfacente». Padoan evidenzia come il problema non sia «il dibattito intorno allo zero virgola», visto che «sono 20 anni che non abbiamo tassi di crescita degni della nostra ricchezza» perché, ribadisce, «non si sono affrontati gli ostacoli strutturali». Ma intanto il Codacons fa pressing sulle promesse di Renzi di abolire Tasi e Imu. «Le tasse sulla casa a carico dei proprietari italiani sono aumentate del 177% in 3 anni». Lo denuncia il Codacons, che chiama in causa più e meglio. Bisogna sostenere le imprese e le famiglie,l’ idea è quella di tornare ad aiutare le imprese e i redditi più bassi». L’ Italia, osserva il ministro, è ferma da due decenni perché «in vent’ anni non si sono affrontati gli ostacoli strutturali alla crescita: servono sia un intervento macroeconomico che so le imposte Imu e Tasi, tornate al centro dell’ attenzione dopo l’ annuncio di ieri di Matteo Renzi, che ha promesso l’ eliminazione delle due tasse a partire dal 2016. «Dal 2011 al 2014 gli italiani hanno dovuto sborsare 16 miliardi di euro in più a titolo di tasse sulle abitazioni di proprietà», spiega l’ associazione. «Dai 9 miliardi di euro pagati nel 2011, infatti, le famiglie sono arrivate a versarne in totale 25 miliardi nel 2014, con un incremento del +177%». «Sul banco degli imputati vi sono l’ Imu e la Tasi, che hanno portato non solo ad una forte crescita della tassazione sulla casa, ma anche ad un maggior esborso a carico di chi possiede abitazioni di basso valore», spiega il Presidente del Codacons, Carlo Rienzi. «Ciò ha determinato ripercussioni negative sul valore degli immobili e un vero e proprio crollo delle compravendite sul territorio, diminuite del 27% tra il 2010 e il 2014».
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