15 Gennaio 2019

Ostacolo alla vigilanza Bankitalia chiede il conto

oltre duecentomila euro per le ispezioni aggiuntive e per il danno di immagine valsabbina: 10 milioni perduti e gli imputati ridevano alle nostre spalle
È di oltre 200mila euro il “conto” che Bankitalia presenta agli imputati del processo Carife per averne ostacolato la vigilanza attraverso informazioni false o carenti.Ieri, udienza dedicata alle parti civili, dopo un minuto di silenzio per la scomparsa della presidente del Tribunale Rosaria Savastano, ad aprire la sequenza di richieste risarcitorie è stata l’ avvocato Ceci che rappresenta l’ istituto di via Nazionale. Bankitalia venne ingannata dai dirigenti Carife, ha sottolineato il legale, non adottando le misure richieste e fornendo risposte fuorvianti sugli esiti dell’ aumento di capitale da 150 milioni di euro. «Bankitalia confidava sulla correttezza dei dirigenti Carife: nell’ ottobre del 2011 chiese una comunicazione scritta sull’ andamento dell’ operazione, a cui il mese successivo venne data risposta con una mail in cui si assicurava che l’ aumento di capitale era stato sottoscritto integralmente e senza problemi».Vigilanza ostacolataIn realtà, ha proseguito l’ avvocato Ceci, Carife aveva “disubbidito” su tutta la linea alle indicazioni di Bankitalia: nessun acclaramento del proprio portafogli (ci penseranno i Commissari nel 2013), nessun partner forte in grado di sostenere Carife anche nel futuro, ma solo una compartecipazione azionaria tra banche senza alcun rapporto di partnership commerciale, e senza alcuna prospettiva di realizzare utili. Anzi, quella verso il traguardo dei 150 milioni di euro era stata una corsa in affanno, rastrellando 15mila nuovi soci, di cui oltre la metà (il 56%) composta da clienti “retail” ovvero piccoli risparmiatori. Un gioco a rimpiattino con Bankitalia, che costrinse via Nazionale «a un surplus di attività», per ovviare alle azioni di ostacolo alla vigilanza: una seconda ispezione, nel 2012 (viatico del successivo commissariamento) e più di una segnalazione alla procura. Un danno patrimoniale, a cui aggiungere quello di immagine per una richiesta complessiva, oltre alla condanna degli imputati, di 207.493,96 euro. Danno e beffaSi unisce alla richiesta di condanna anche Banca Valsabbina (a sua volta imputata e responsabile civile) per i 10 milioni sfumati nell’ acquisto di 3,5 milioni di azioni Carife. Una perdita determinata, ha detto l’ avvocato Bezzi, da prospetti falsi. E oltre al danno, la beffa, considerata la lettera inviata dal funzionario Davide Filippini all’ ex dg Daniele Forin, nella quale veniva definito «commovente», il parere favorevole di Valsabbina all’ operazione «vista l’ adeguatezza del prezzo delle azioni» e perché Carife aveva «imboccato la strada giusta». È stata poi una sfilata di legali, rappresentanti di centinaia e centinaia di parti civili, e relative richieste di provvisionali in attesa del risarcimento che sperano di ottenere in sede civile. Oltre 300, i risparmiatori assistiti dal Codacons alcuni dei quali, rimarca l’ avvocato Bruno Barbieri, hanno subito perdite anche fino a 300mila euro. Tra tanti numeri, l’ avvocato Patrizia Micai ha voluto richiamare l’ attenzione sull’ aspetto emotivo della vicenda, che per molti risparmiatori ha assunto le dimensioni di una tragedia. –Alessandra Mura BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

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