22 Gennaio 2001

Ore contate per la carne con l?osso, dubbi sugli hamburger

I macellai toscani: pronti a disobbedire. La protesta di allevatori e Cobas del latte: assedieremo le prefetture

ROMA – Il destino della bistecca fiorentina è segnato. Istituto superiore di sanità, terzo piano del laboratorio di veterinaria, diretto dal professor Agostino Macrì. Gli esperti di Bse, l?encefalopatia spongiforme bovina, hanno lavorato fino a notte fonda sul parere che orienterà la decisione del ministro Umberto Veronesi. Bisogna pronunciare la sentenza di morte della carne con l?osso. E la risposta dei tecnici è sì, occorre farlo per una serie di motivi. Il primo: le farine animali, seppur bandite dal ?94, hanno continuato a circolare nei nostri allevamenti in quantità notevoli almeno fino al ?98. Molte vacche le hanno sicuramente mangiate e ora potrebbero essere «infette». Quindi, meglio eliminare ogni eventuale fonte di contagio per l?uomo. A cominciare dalla colonna vertebrale. E? la fine per i tagli più pregiati e gustosi, vicini all?osso.




LA DECISIONE – Oggi il parere verrà esaminato dalla task force anti Bse coordinata dal sottosegretario Ombretta Fumagalli Carulli. Ma il verdetto finale tocca a Veronesi che, a sua volta, aspetta le mosse dell?Unione Europea. Domani a Stoccolma è in programma la riunione dei direttori dei dipartimenti di veterinaria europei. Se si sbrigheranno a scegliere una linea, allora non c?è motivo perché l?Italia assuma fin da subito l?iniziativa. In caso contrario, Veronesi potrebbe giocare d?anticipo. La colonna vertebrale rientrerà quasi certamente tra i tessuti a rischio di Bse. E? infatti uno degli organi dove si concentra il prione, la proteina alterata che scatena la malattia, distruggendo il cervello dei bovini. Stessa sorte potrebbe toccare alla milza. Anche se il bovino risulta negativo al test non è escluso che l?infezione, prima di devastare il cervello, abbia già colonizzato la colonna.




CONTRARI – Gli operatori del settore però rumoreggiano. I macellai fiorentini minacciano l?«obiezione di coscienza» sulla bistecca: «Continuerò a venderla con l?osso», non si arrende Paolo Soderi, presidente della Confcommercio di Firenze, una macelleria al centro storico. Via la bistecca, ombre sugli hamburger. L?associazione di consumatori Codacons ha chiesto alla Procura di Torino di farne sospendere la vendita, come prodotti non sicuri. Difficile, secondo il Codacons, risalire alla provenienza della carne.
Anche i macellatori hanno i loro guai. Da oggi a mercoledì sciopero delle associazioni Assocarni, Cim, Uniceb, Ancalegacoop e Confcooperative: non si accettano animali sopra i 30 mesi. Secondo Luigi Scordamaglia di Assocarni, la serrata interesserà il 90% degli impianti. I macellatori si rifiutano di procedere all?uccisione coatta delle vacche di Pontevico, dove è stato trovato il primo caso italiano di Bse. Un altro motivo di ansia è dato proprio dall?imminente bando sulla colonna vertebrale che significa per gli operatori acquisto di nuove seghe e costi supplementari. Le loro preoccupazioni saranno ascoltate domani dalla task force anti Bse: «Noi possiamo soltanto proporre, la decisione spetta ai ministeri di Sanità e Agricoltura», dice il sottosegretario Fumagalli Carulli. Tanti gli argomenti scottanti all?ordine del giorno. Non ultimo il problema dell?incenerimento di farine e organi a rischio (cranio, intestino, midollo spinale). Il 9 gennaio il governo ha stanziato 150 miliardi. Ma ci sono ostacoli tecnici. Non tutti i forni sono in grado di trattare le parti a rischio.




I COBAS DEL LATTE – Una situazione esplosiva. Anche a giudicare dalle dichiarazioni di guerra degli allevatori. I Cobas latte del Nord Italia minacciano di assediare le prefetture con le loro mucche da giovedì prossimo se non saranno ricevuti dai ministri di Sanità e Agricoltura (Alfonso Pecoraro Scanio) per discutere degli abbattimenti delle vacche di Pontevico. Chiedono che vengano risparmiate le mucche sopra i sei anni. Le più anziane, che nel corso della vita hanno potuto mangiare mangimi potenzialmente infetti, come è successo alla loro coetanea, la famosa «103».

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