6 Luglio 2015

Orario no stop, Codacons e Confesercenti su fronti opposti

Orario no stop, Codacons e Confesercenti su fronti opposti

L’ Antitrust difende a spada tratta la liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi dicendosi favorevole ad aperture no stop «anche di 24 ore e bollando il disegno di legge in discussione al Senato che intende mettere regole a serranda libera, «un passo indietro nel già difficoltoso processo di liberalizzazione e di ammodernamento del settore». «L’ Antitrust è favorevole alla piena liberalizzazione, anche con orari di 24 ore – ha affermato il presidente dell’ autorità, Giovanni Pitruzzella a margine di un’ audizione -. La concorrenza giova a questo, avere servizi differenziati e accrescere la libertà di scelta dei consumatori. Se torno a casa tardi e ho bisogno di organizzarmi un pasto sono contento se alle 23 o alle 24 posso trovare qualcosa di aperto», ha spiegato Pitruzzella, non mancando di rimarcare che il ddl che reintroduce limitazioni e vincoli alle aperture «si pone in contrasto con la normativa comunitaria». La posizione di Confersercenti Sul fronte opposto si schiera la Confesercenti: «Una liberalizzazione disastrosa, che ha creato un regime di concorrenza insostenibile per i piccoli esercizi di vicinato (che hanno chiuso a migliaia) e da cui non hanno tratto vantaggio neanche i giganti della grande distribuzione, oggi in sofferenza», sostiene l’ organizzazione guidata da Massimo Vivoli che ha ingaggiato una battaglia anno contro la liberalizzazione degli orari di apertura voluta dal Governo Monti, con la campagna “Liberaladomenica”. «Non molliamo – assicura infatti – si tratta di una normativa distorsiva, senza eguali in Europa e che ha alterato il mercato senza rilanciare né consumi né occupazione». A favore delle norme al vaglio del Senato è anche la Confcommercio che spiega: «Le nuove disposizioni lasciano intatta la libertà degli esercenti di restare aperti anche 24 ore al giorno. Quello che verrebbe introdotto è soltanto l’ obbligo di chiusura nelle 12 festività nazionali 6 delle quali potrebbero tuttavia essere sostituite dagli esercenti con altrettanti giorni a loro libera scelta. Ci sembra una regolamentazione minima, ragionevole e assolutamente compatibile con i principi e le prassi prevalenti in Europa in materia di libertà di concorrenza». Il Codacons Dal fronte opposto tuona il Codacons: «Pensare di imporre limitazioni ai negozi in un periodo di crisi del commercio è follia allo stato puro. Al contrario il settore deve essere totalmente liberalizzato, lasciando agli esercenti la facoltà di scegliere le aperture 24 ore su 24, 365 giorni su 365, nel rispetto dei diritti dei lavoratori». Intanto, sui saldi in corso, per Confesercenti le aspettative sono alte e quasi un negozio su 2 (il 48%, l’ 8% in più rispetto al 2014) partirà ad subito con sconti dal 40% in su.

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