22 Febbraio 2016

Opere incompiute: uno spreco da 4 miliardi

Opere incompiute: uno spreco da 4 miliardi
In un solo anno se ne sono aggiunte altre duecento. Il record spetta a Sicilia e Abruzzo, ma piange anche la Lombardia
Opere incompiute: uno spreco da 4 miliardi

L’Italia è il Paese delle opere incompiute. Per rendersene conto basta girare nelle principali città, in cui abbondano cantieri in diversi casi fermi. Sulla questione il Codacons ha effettuato uno screening i cui risultati, recentemente pubblicati, rivelano che la tendenza è addirittura in aumento. Nel 2014 sono complessivamente 868 le opere incompiute (il dato è tratto dall’Anagrafe delle opere) rispetto alle 692 dell’anno precedente.

Lo spreco complessivo – spiega il Codacons – è di circa 4 miliardi: ovvero circa 166 euro a famiglia. Per completarle servirebbero circa 1 miliardo e mezzo. “Risorse sottratte alla collettività – afferma il presidente dell’Associazione per la Sifesa dei Consumarori Carlo Rienzi – costretta a finanziare dighe progettate negli anni ’60 e poi lasciate in stato di abbandono, porti inaugurati e mai utilizzati, strade che non portano in nessun posto perché lasciate a metà, strutture inutilizzate a causa degli elevati costi di gestione”.

Quanto alle singole regioni, il record negativo per le opere incompiute spetta alla Sicilia, sul cui territorio ci sono 215 infrastrutture non terminate. In Abruzzo si è passati dalle 33 del 2013 alle 40 dal 2014. Aumento anche in Calabria, passata da 64 a 93. Male anche Lombardia (da 19 a 35) e Puglia (da 59 a 81).

Un fenomeno trasversale dunque, che attraversa l’Italia da nord a sud. “E pensare – conclude Rienzi – che i miliardi fino ad ora spesi per tali infrastrutture irrealizzate avrebbero potuto abbattere la pressione fiscale per tutti i cittadini ed impedire la nascita di tasse come l’Imu o la Tasi, con benefici immensi per la collettività e l’economia nazionale”.

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