Oltre duemila cause per asfalto dissestato Ma ora chi risarcisce?
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- Libero
In Foro Buonaparte, ne-gli ultimissimi metri di pavè prima dell’asfalto di piazzale Cadorna, manca un massello di pietra. Un po’ di bitume ha colmato il dislivello, ma non del tutto. L’effetto è quello di una buca profonda una decina di centimetri e larga una trentina. Non certo una voragine. Ma è lì da almeno due anni e nessuno in tutto questo tempo s’è preso la briga di ripararla. Gli habituè del tratto di strada, in auto o in moto, la scansano spostandosi a destra o a sinistra con un certo anticipo. Gli altri si prendono un bel colpo. Mai nella storia recente di Milano il pavè, posizionato in tante strade del centro tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, è stato in condizioni così martoriate. Foro Buonaparte, via Mercato, via Ludovico il Moro solo per dire dei tre casi più gravi, sono un colabrodo di blocchi storti, mancanti o oscillanti, che mettono a repentaglio ammortizzatori e gomme delle auto e l’incolumità fisica di motociclisti e ciclisti. Nonostante questo, nei giorni scorsi, come riportato dal Corriere della Sera, un giudice del Tribunale di Milano, Damiano Spera, ha disposto con una sentenza che il riconoscimento del danno da parte del Comune a quanti abbiano subito un sinistro a causa del pavè sia da riconoscersi solo nel caso in cui il blocco “incriminato”, causa del sinistro stesso, sia oscillante e fosse quindi per la parte lesa impossibile prevederne la pericolosità. Perché, spiega ancora il giudice, «il pavè è una pavimentazione per sua natura disconnessa e non uniforme, composta da masselli di superficie non omogenea accostati, contraddistinti anche da naturale usura. (…) l’utente deve rispettare il minimale e generale obbligo di prudenza e diligenza, che consiste nel guardare attentamente dove posa i piedi, così da evitare il pericolo derivante dalla pavimentazione disconnessa». Ora, la sentenza, pur riferita al caso della caduta di un pedone, presta il fianco a un indebolimento più generale delle parti lese coinvolte in incidenti in auto o in moto dovuti al dissesto del pavè. E pone un punto di domanda in più circa l’esito delle migliaia di richieste di risarcimento formulate avverso il Comune ogni anno a causa delle “insidie stradali”.A parte il 2020, in cui la circolazione è stata assai ridotta a causa del Covid, negli anni precedenti si è assistito a un vero e proprio diluvio di richieste: nel 2016 erano state 1.665, nel 2017 1.555 prima di “esplodere” nel 2018 (ultimo dato disponibile) a 2.307, ossia più di 6 al giorno. Numeri che fanno impressione anche se paragonati a quelli del 2002, quando sindaco era Gabriele Albertini, anno in cui le richieste di risarcimento per danni subiti a causa delle condizioni delle strade erano state appena 370, cioè 1 al giorno. Un dato che rende bene l’idea di quanto sia decaduta la manutenzione delle strade della città durante il mandato del sindaco Sala rispetto a quella che era la situazione quasi vent’anni fa. Ora, di quelle 5.257 richieste di risarcimento del triennio 2016-2018, ne sono state liquidate appena 1.776 (circa una su tre), con il Comune che si è trovato a pagare quasi 2.800.000800. euro di danni. Ora, la sentenza del tribunale sul pavè potrebbe avere l’effetto di abbassare ulteriormente quelle percentuali. «Questo non vuol dire, ovviamente, che il Comune non debba rispondere di incidenti causati da tratti di strada sconnessi» attacca Marco Donzelli, presidente del Codacons Lombardia. «La normativa in tema di responsabilità per danni causati da cose in custodia (come le strade, ndr), infatti, è chiarissima. Secondo l’articolo 2051 del codice civile – prosegue Donzelli – il Comune può liberarsi della propria responsabilità olamente laddove dimostri l’effettiva manutenzione del tratto interessato e che il sinistro si sia verificato per un “caso fortuito”, che non rientra quindi nella responsabilità dello stesso». Per Andrea Mascaretti, capogruppo di Fratelli d’Italia in Comune, «quello della cura delle strade è un tema dolente, sul quale Sala ha fallito. Alla luce dei numeri degli incidenti e delle richieste danni, mi chiedo come possa l’amministrazione aver ripavimentato a pavè in porfido via Guerzoni, in zona 9, un quartiere in cui vivono tanti anziani che faticano a camminare su quelle superfici irregolari. È l’ennesima dimostrazione della poca attenzione di questa amministrazione per i cittadini “deboli” siano essi anziani o motociclisti, che ogni giorno rischiano l’incolumità sulle strade della città».
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